Avellino soffoca nell’isolamento ferroviario, un’emorragia di opportunità e un’inaccettabile limitazione alla mobilità dei suoi cittadini.
La petizione lanciata dalle associazioni locali non è una semplice richiesta, ma un grido d’allarme per una città che, da quasi un decennio, subisce le conseguenze di una rete ferroviaria in stato di profonda crisi.
La chiusura, di fatto, della stazione di Avellino rappresenta una frattura nel tessuto sociale ed economico del territorio, una barriera che ostacola lo sviluppo e penalizza il futuro.
L’impegno finanziario di 230 milioni di euro per l’elettrificazione della tratta Avellino-Benevento, estesa anche al collegamento con Salerno, si è rivelato un’illusione.
La promessa di un completamento entro il 2021 è rimasta disattesa, lasciando la comunità intrappolata in una situazione di stallo che incide negativamente su ogni aspetto della vita quotidiana.
La mancata realizzazione di questo investimento cruciale non può essere interpretata come una semplice conseguenza di ritardi burocratici, ma come un fallimento di visione strategica e di gestione dei fondi pubblici.
Le associazioni territoriali rivolgono un appello urgente alla Regione Campania e a RFI, chiedendo non solo l’immediata riapertura della tratta Benevento-Avellino-Salerno, ma anche la predisposizione di una soluzione temporanea che utilizzi treni diesel o ibridi, garantendo così una continuità di servizio durante l’esecuzione dei lavori di elettrificazione.
Questa soluzione, pur essendo provvisoria, si configura come un imperativo etico e un atto di responsabilità nei confronti della collettività.
La connettività con l’Alta Velocità, in particolare con le stazioni di Napoli e Afragola, non è un lusso, ma una necessità imprescindibile per l’Irpinia.
L’integrazione nella rete nazionale ad alta velocità favorirebbe lo sviluppo economico, attrarrebbe investimenti e migliorerebbe la qualità della vita dei cittadini, aprendo nuove opportunità di lavoro e di crescita.
La situazione assume un’urgenza ancora maggiore se si considera l’impatto sulla popolazione studentesca.
Oltre cinquemila irpini frequentano l’Università di Salerno a Fisciano, mentre una quota significativa degli iscritti all’Università di Benevento risiede in provincia di Avellino.
L’assenza di collegamenti ferroviari efficienti rende il percorso verso gli istituti di istruzione faticoso, costoso e inefficiente, penalizzando gli studenti e le loro famiglie.
La riapertura della stazione e il completamento dell’elettrificazione non sono solo questioni di trasporto, ma simboli di un impegno concreto verso lo sviluppo sostenibile, l’equità territoriale e il benessere della comunità irpina.
È tempo di smettere di promettere e iniziare ad agire, restituendo ad Avellino la sua dignità e il suo ruolo strategico nel sistema regionale.
La mobilità non è un privilegio, ma un diritto fondamentale che deve essere garantito a tutti.