La gestione dei centri di accoglienza straordinaria in provincia di Avellino è stata oggetto di un’interruzione significativa, a seguito di una complessa vicenda giudiziaria che ha gettato luce su problematiche strutturali nel sistema di accoglienza e su possibili deviazioni dall’etica e dalla legalità.
Dal mese di aprile 2024, la Cooperativa Desy, precedentemente incaricata della gestione di sette strutture dislocate nei comuni di Grottolella, Montoro, Atripalda e Savignano Irpino, è stata sospesa dalle sue attività in seguito a un’indagine avviata dalla Procura di Firenze nel corso del 2023.
L’inchiesta, che ha portato all’arresto del legale rappresentante della cooperativa, originario di Castel San Giorgio (Salerno), e agli arresti domiciliari di altri quattro individui, ha sollevato pesanti accuse di concussione, frode e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Le indagini hanno rivelato condizioni di vita inaccettabili all’interno dei centri, destinati anche all’accoglienza di minori non accompagnati, che configurano una grave violazione del diritto umano all’assistenza e alla dignità.
Si prospettava un quadro allarmante, caratterizzato dalla mancanza di elementi essenziali come acqua corrente, energia elettrica e riscaldamento, e da carenze alimentari che hanno privato gli ospiti di un adeguato sostentamento.
La vicenda ha avuto origine da segnalazioni relative a un centro di accoglienza in provincia di Pistoia, sempre gestito dalla stessa cooperativa salernitana, evidenziando un possibile schema di comportamenti irregolari esteso a diverse aree geografiche.
L’evento ha generato una riorganizzazione immediata da parte della Prefettura di Avellino, guidata dal Prefetto Rossana Riflesso, con l’obiettivo di garantire la continuità dell’assistenza agli ospiti e di ripristinare la fiducia nel sistema di accoglienza.
Il sequestro di 720.000 euro rappresenta un atto conseguenziale alle indagini, volto a tutelare il patrimonio pubblico e a prevenire ulteriori dissipazioni di fondi destinati all’assistenza dei migranti.
L’episodio, purtroppo, non è isolato e pone interrogativi fondamentali sulla necessità di un controllo più rigoroso sull’utilizzo dei finanziamenti pubblici, sulla trasparenza delle procedure di affidamento dei servizi e sulla verifica costante del rispetto degli standard minimi di assistenza.
La vicenda sottolinea, inoltre, la cruciale importanza della collaborazione tra le istituzioni, le organizzazioni non profit e la società civile per promuovere un sistema di accoglienza efficace, equo e rispettoso della dignità umana.
La ricostruzione del tessuto sociale e della fiducia nella gestione dei servizi di accoglienza richiederà tempo e un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti.