venerdì, 20 Giugno 2025
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Avvocato Carbonaro: richiesta di risarcimento e indagine sul cantiere.

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Il legale Sergio Pisani, rappresentante della famiglia di Martina Carbonaro, la giovane di quattordici anni strappata alla vita ad Afragola, ha reso noto l’intenzione di adire le vie legali per ottenere un risarcimento danni. La richiesta, profondamente radicata nel dolore e nella ricerca di giustizia, non si limita all’accertamento della responsabilità penale dell’aggressore, ma estende il campo d’indagine alle dinamiche che hanno consentito la tragedia.L’avvocato Pisani evidenzia come la sicurezza del cantiere, luogo teatro dell’atroce crimine e rifugio temporaneo dell’arma utilizzata, risulti inaccettabilmente compromessa. Non si tratta di una semplice omissione, ma di un sistema di controlli e protocolli evidentemente carente, che ha favorito l’accesso all’arma e l’occultamento del corpo, aggravando la sofferenza della famiglia Carbonaro. La gravità della situazione è amplificata dal fatto che il cantiere in questione beneficiava di finanziamenti provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), uno strumento pensato per la riqualificazione e lo sviluppo del territorio, e che quindi, in teoria, doveva garantire standard elevati in termini di sicurezza e trasparenza.La richiesta di intervento alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si configura come un atto di civica denuncia, volto a sollecitare un’indagine approfondita sulle procedure di controllo e gestione dei progetti finanziati dal PNRR. L’avvocato Pisani non chiede semplicemente una risposta, ma un impegno concreto per evitare che simili tragedie si ripetano, ponendo l’accento sulla necessità di un sistema di vigilanza più efficace e responsabile.L’evento solleva questioni cruciali riguardanti la responsabilità collettiva, l’etica nella gestione dei fondi pubblici e la protezione dei minori. Il risarcimento richiesto rappresenta un atto di riaffermazione della dignità di Martina e un monito per l’intera comunità, affinché la sua morte non sia vana, ma stimoli un cambiamento profondo nella cultura della sicurezza e della prevenzione. La vicenda si configura, inoltre, come un caso emblematico che richiede un’analisi critica delle politiche di controllo e supervisione relative ai finanziamenti europei, al fine di garantire la corretta allocazione delle risorse e il rispetto dei principi fondamentali della legalità e della giustizia sociale.

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