Ischia, il Baia delle Sirene: una chiusura a porte chiuse tra vincoli, rischi idrogeologici e interrogazioni parlamentariUn evento inatteso e significativo scuote la stagione turistica di Ischia: la chiusura definitiva del resort Baia delle Sirene, a Forio, un luogo iconico legato a una storia complessa di sviluppo, controversie e preoccupazioni ambientali.
Il provvedimento, adottato dal Comune di Forio, pone fine a una vicenda che si è protratta per anni, segnata da polemiche, verifiche tecniche e crescenti allarmi per la sicurezza dei visitatori.
La vicenda del Baia delle Sirene affonda le sue radici in problematiche urbanistiche di lunga data.
L’edificazione della struttura ricettiva, situata direttamente sulla spiaggia di Cava dell’Isola, è stata oggetto di contestazioni sin dall’inizio, con accuse di abusi edilizi e costruzione in assenza di titoli abilitativi adeguati.
La posizione geografica del resort, incastonato in un’area gravata da un rigido vincolo di inedificabilità assoluta, ha acuito ulteriormente le criticità, innescando un acceso dibattito tra sostenitori di uno sviluppo turistico a tutti i costi e fautori di una gestione più responsabile del territorio.
La fragilità geomorfologica della zona rappresenta un elemento cruciale nella cronaca degli eventi.
La spiaggia di Cava dell’Isola, meta ambita da bagnanti provenienti da tutta l’isola e non solo, è frequentemente interessata da fenomeni di frane e smottamenti, causati dall’instabilità del versante collinare su cui si erge il resort.
In passato, per garantire la sicurezza dei frequentatori, l’accesso alla spiaggia era stato temporaneamente interdetto, privando l’isola di una delle sue principali attrattive.
Quest’anno, il rituale presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) da parte della proprietà del resort è stato ostacolato dall’opposizione del Comune di Forio.
Quest’ultimo, in una dimostrazione di crescente cautela, ha richiesto una consulenza tecnica alla Protezione Civile, focalizzandosi sulla valutazione del rischio idrogeologico.
Il parere peritale è stato inequivocabilmente negativo, evidenziando criticità tali da rendere impraticabile la garanzia della sicurezza degli ospiti.
A ciò si è aggiunto un rapporto dell’Ufficio Locale Marittimo di Forio che ha puntato il dito contro la pericolosità del costone roccioso, a seguito di ripetuti episodi di distacco di materiale franoso e smottamenti sulla spiaggia.
Le prescrizioni imposte dal Comune, volte a limitare l’accesso alle aree più a rischio, sono state apparentemente ignorate, culminando nell’emissione del provvedimento di chiusura definitiva.
La decisione, esecutiva immediatamente, ha colto di sorpresa i numerosi turisti presenti nella struttura, costretti a trovare alternative di alloggio o a lasciare l’isola.
La vicenda ha catalizzato l’attenzione a livello nazionale, con un’interrogazione parlamentare avanzata dal deputato Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi Sinistra), che ha denunciato non solo i rischi per l’incolumità pubblica, ma anche lo stato di degrado complessivo di Cava dell’Isola, simbolo di un modello di sviluppo turistico spesso anteposto alla tutela del territorio.
La vicenda del Baia delle Sirene rappresenta un campanello d’allarme per l’intera isola, sollecitando una riflessione più ampia sulla necessità di coniugare sviluppo economico, salvaguardia ambientale e sicurezza dei cittadini.
Si apre ora un interrogativo fondamentale: come riqualificare Cava dell’Isola e garantire un futuro sostenibile per una delle perle del Golfo di Napoli?