venerdì 15 Agosto 2025
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Benevento, abusi in casa: giovane vittima e misura cautelare

Un profondo smarrimento nell’adolescenza, una vulnerabilità esacerbata dalla convivenza forzata e un abuso di potere che ha segnato in modo indelebile la giovane vittima: questo il quadro emergente dall’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Benevento, coordinata dal procuratore Gianfranco Scarfò.
Un uomo di 24 anni è stato raggiunto da una misura cautelare, il divieto di avvicinamento, imposto dal Giudice per le Indagini Preliminari, a tutela della sua coetanea, costretta a vivere un’esperienza traumatica di violenza sessuale.
Le indagini, supportate da un’analisi psicologica che ha fornito elementi cruciali per ricostruire la dinamica, hanno fatto luce su un iter di abusi iniziato nel 2021 e protrattosi, con ciclicità angosciante, per circa un mese e mezzo.
Il rapporto di coabitazione, che avrebbe dovuto rappresentare un contesto di supporto e protezione, si è trasformato in un terreno fertile per la prevaricazione e la manipolazione.
L’uomo, accusato di violenza sessuale aggravata, ha sfruttato la posizione di forza derivante dalla convivenza e dalla disparità d’età per perpetrare atti lesivi nei confronti della minorenne, lasciandola profondamente segnata e isolata.

Un ulteriore episodio, verificatosi lo scorso luglio, ha rappresentato un punto di rottura.
In circostanze che ancora necessitano di ulteriori accertamenti, l’uomo ha consumato un atto di violenza mentre la ragazza si trovava nella stessa stanza, aggravando ulteriormente il quadro di abuso.
La sua capacità di mantenere un’apparente normalità, celando la realtà di una condizione di profonda sofferenza, ha reso ancora più difficile per la giovane vittima trovare la forza di rompere il silenzio.

Il coraggio di confidarsi con la madre, che ha prontamente sporto denuncia presso la Questura di Benevento, ha rappresentato una svolta cruciale.

Questa denuncia ha innescato l’avvio formale delle indagini e ha reso possibile l’applicazione della misura cautelare, con l’obbligo di mantenere una distanza di almeno cinquecento metri dalla persona offesa e dai luoghi da lei frequentati, garantendo la sua protezione attraverso il monitoraggio del braccialetto elettronico.
L’inchiesta solleva interrogativi profondi sulla dinamica della violenza all’interno del contesto familiare o conviviale, sulla difficoltà delle vittime di denunciare abusi perpetrati da persone vicine e sull’importanza cruciale del supporto psicologico e della rete di protezione sociale per i minori a rischio.
Il percorso di guarigione della giovane vittima sarà lungo e complesso, ma l’applicazione della misura cautelare e l’avvio del procedimento penale rappresentano un primo passo fondamentale per ristabilire un senso di giustizia e offrire alla ragazza la possibilità di ricostruire il suo futuro, liberata dalla paura e dall’ombra della violenza.

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