A Benevento, l’Unità Operativa Complessa di Cardiologia dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli ha inaugurato una pietra miliare nell’approccio alla patologia valvolare tricuspidale, eseguendo con successo un impianto transcatetere di valvola tricuspidale.
Questa procedura, tra le prime del suo genere nel Sud Italia, rappresenta un’alternativa terapeutica all’avanguardia per pazienti affetti da insufficienza tricuspidale severa e sintomatica, come nel caso specifico della paziente, precedentemente sottoposta a ripetuti ricoveri per scompenso cardiaco acuto.
L’insufficienza tricuspidale, una condizione patologica che colpisce frequentemente la popolazione anziana, è spesso una manifestazione tardiva di complicanze cardiache preesistenti.
La sua eziopatogenesi è complessa, frequentemente legata a disfunzioni del ventricolo sinistro, ipertensione polmonare o, più raramente, patologie intrinseche della valvola stessa.
La terapia farmacologica convenzionale si rivela spesso insufficiente a controllare i sintomi e a prevenire il peggioramento della condizione, mentre l’approccio chirurgico tradizionale, sebbene rappresenti il trattamento di riferimento, è gravato da rischi significativi, elevata morbilità e mortalità, rendendolo spesso non adatto a pazienti fragili o con comorbidità.
La decisione di procedere con l’impianto transcatetere, un’innovazione tecnologica che consente di accedere alla valvola tricuspidale attraverso un catetere inserito dalla vena femorale, è stata presa dopo una discussione approfondita all’interno di un “Heart Team” multidisciplinare.
Questo approccio, che coinvolge cardiologi interventisti, chirurghi cardiaci, anestesisti e radiologi, garantisce una valutazione completa del rischio-beneficio e una pianificazione ottimale della procedura.
Il sistema utilizzato, denominato TricValve, si distingue per l’impiego di due protesi biologiche strategicamente posizionate a livello delle vene cave superiore e inferiore.
Questo design innovativo minimizza il rischio di reflusso e contribuisce a gestire la congestione venosa, una complicanza frequente in queste situazioni.
L’intervento, eseguito con precisione chirurgica nel Laboratorio di Emodinamica, è stato guidato dall’esperienza del team composto dal Prof.
Bruno Villari, dal Dott. Eugenio Laurenzano e dal Dott. Bruno Petruzziello.
La guida transesofagea, eseguita dal Dott. Quirino Ciampi, ha permesso un posizionamento ottimale delle protesi, garantendo la massima efficacia e sicurezza della procedura.
La sua durata inferiore a un’ora e la rapida ripresa clinica della paziente, che ha permesso una dimissione in tempi brevi, testimoniano l’efficacia e la tollerabilità dell’intervento.
Questo successo rappresenta un importante passo avanti per l’offerta di terapie avanzate e personalizzate per i pazienti affetti da patologie valvolari complesse, con un impatto significativo sulla loro qualità di vita e sulla riduzione della morbilità e mortalità.







