A Benevento, una disputa sulla toponomastica sta alimentando un acceso dibattito politico e sollevando questioni profonde sulla memoria collettiva e l’equità nell’onorare figure storiche. L’opposizione consiliare e l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI) contestano con forza le scelte del sindaco Clemente Mastella, accusandolo di una tendenza a celebrare in modo preponderante esponenti della Democrazia Cristiana, a scapito di una più ampia e diversificata rappresentanza del patrimonio umano che ha contribuito alla storia e allo sviluppo della città. La risposta del sindaco, difendendo le proprie decisioni come frutto di un’equa valutazione, ha esacerbato le tensioni, portando alla ribalta una riflessione più ampia sul significato dell’intitolazione dei luoghi pubblici.L’ANPI sottolinea la prevalenza di toponomasti dedicati a figure democristiane, citando l’intitolazione di un parco a Ciriaco De Mita, di un complesso residenziale a Amintore Fanfani, e l’esistenza di strutture già dedicate a Francesco Cossiga, Alcide De Gasperi, e a una serie di altre personalità di spicco del partito. Questa concentrazione, secondo l’associazione, genera un senso di esclusione e non riflette la ricchezza e la complessità della storia beneventana.Il punto cruciale della controversia è il recente cambio di denominazione di Piazza Matteotti in Piazza Santa Sofia. L’ANPI aveva espresso la speranza che l’amministrazione comunale avesse sanato l’assenza di luoghi dedicati a figure chiave della Resistenza, in particolare al più celebre dei martiri del fascismo, prima di procedere con ulteriori intitolazioni. L’auspicio non si è avverato, acuendo il senso di frustrazione e alimentando l’accusa di un’agenda politica preferenziale.Il sindaco Mastella respinge con veemenza le accuse, sostenendo che la decisione sul cambio di denominazione di Piazza Matteotti risale al 1990, e che, nel corso degli anni, si sono succedute amministrazioni di orientamento politico diverso, nessuna delle quali ha ritenuto opportuno o necessario invertire la scelta. L’improvviso risveglio delle coscienze, secondo Mastella, appare strumentale e ipocrita.Il sindaco contesta aspramente la percezione di una politica toponomastica selettiva, accusando l’ANPI beneventana di fraintendimenti e distorsioni della realtà. Mastella afferma di aver riconosciuto e celebrato figure appartenenti a diverse sensibilità ideologiche e aree culturali: esponenti del socialismo e del progressismo, figure religiose di grande rilevanza, imprenditori illuminati, medici dediti al bene comune, martiri della legalità, membri delle forze dell’ordine caduti in servizio, atleti di talento e, significativamente, anche una poetessa di straordinaria sensibilità come Alda Merini. La vicenda sottolinea la delicatezza della gestione della memoria pubblica e l’importanza di un approccio inclusivo e rappresentativo, che tenga conto della pluralità di voci e di esperienze che hanno plasmato l’identità di una comunità. Al di là delle accuse reciproche, emerge la necessità di un dibattito costruttivo che possa portare a scelte più equilibrate e condivise, capaci di onorare il passato e di proiettare la città verso il futuro.