L’indagine in corso a Napoli ha visto l’iscrizione nel registro degli indagati di Maria Rosaria Boccia, figura di spicco nel panorama imprenditoriale locale, in relazione a presunte irregolarità riguardanti il percorso di laurea in Economia e Management. L’inchiesta, condotta dalla Procura partenopea e supportata dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, si concentra sulla validità del titolo accademico conseguito dall’imprenditrice presso l’Università Telematica Pegaso.Le accuse formulate dagli inquirenti spaziano dal falso ideologico e materiale, alla truffa aggravata e alla sottrazione di valori altrui, con particolare riferimento alla presunta appropriazione indebita di elaborati accademici. Il fulcro della vicenda ruota attorno a sospetti di plagio, emersi a seguito di un’indagine interna avviata dalla stessa Pegaso, a valle di un servizio giornalistico trasmesso da Rete 4 che sollevava interrogativi sull’originalità della tesi di laurea presentata da Boccia.L’analisi comparativa, condotta mediante software antiplagio, avrebbe evidenziato significative similitudini tra la tesi di Boccia e un elaborato accademico redatto nel 2019 da una studentessa della Luiss Guido Carli, avente come tema “Il Sistema Sanitario Nazionale: luci e ombre di un’eccellenza italiana stretta dai vincoli della finanza pubblica”. Questo collegamento, se confermato, costituirebbe una violazione etica e legale di notevole gravità, con implicazioni che vanno ben oltre l’ambito universitario.Le indagini hanno inoltre rilevato che, al momento dell’immatricolazione alla Pegaso nel 2020, Boccia avrebbe presentato un’autocertificazione priva di firma, attestante la frequenza e il superamento di esami sostenuti precedentemente presso l’Università Parthenope. Questa documentazione, acquisita dall’istituzione telematica senza una verifica incrociata con l’ente di provenienza, solleva interrogativi sulla correttezza delle procedure di validazione dei titoli accademici e sull’effettivo percorso formativo seguito dall’imprenditrice.Il conseguimento del titolo di laurea, con il punteggio di 91/110, è ora oggetto di un’analisi approfondita, tesa a ricostruire le dinamiche che hanno portato all’ammissione e alla discussione dell’elaborato finale. L’inchiesta mira a chiarire se le presunte irregolarità abbiano compromesso la legittimità del titolo stesso e, di conseguenza, l’affidabilità delle azioni intraprese dall’imprenditrice in ambito professionale.La vicenda, che coinvolge tre prestigiose istituzioni universitarie, apre un dibattito più ampio sulla necessità di rafforzare i controlli e le procedure di validazione dei titoli accademici, contrastando il fenomeno del plagio e garantendo l’integrità del sistema educativo superiore. L’esito delle indagini sarà cruciale per determinare la responsabilità di Maria Rosaria Boccia e per stabilire eventuali misure correttive da adottare a livello istituzionale.
Boccia al centro di un’inchiesta: sospetti di plagio e irregolarità nella laurea.
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