Il recente flash mob a Boscoreale, un’esplosione di vitalità in un contesto che molti definirebbero attonito, rivela una resistenza inaspettata e una profonda connessione tra la comunità e il Cine-Teatro Minerva. Lungi dall’essere una semplice manifestazione, l’evento rappresenta un atto di rivendicazione culturale, un grido d’allarme contro la prospettiva di una chiusura che minaccerebbe di soffocare l’ultimo, prezioso focolaio di aggregazione e identità in un territorio segnato da un diffuso senso di abbandono.Il Minerva non è semplicemente un teatro; è il cuore pulsante della vita culturale vesuviana, un punto di riferimento per un’area priva di alternative significative. La presenza di un centinaio di persone, attori che hanno calcato il suo palcoscenico e cittadini comuni, testimonia la consapevolezza del suo valore inestimabile. La determinazione espressa dal direttore artistico, Pino De Caro, e il fervore dei partecipanti, amplificato dal messaggio virale condiviso sui social media – “Nel deserto culturale di un paese spettrale, il Minerva è l’ultima luce accesa” – segnalano una volontà di contrastare un copione già scritto, un destino percepito come ineluttabile.Il flash mob ha assunto una dimensione simbolica, arricchita dalla presenza di un Pulcinella e da un cartellone che incarna la drammaticità della situazione: “Teatro Minerva: un teatro chiuso è una comunità che perde la sua anima. La cultura non è un lusso, è un diritto.” Questa affermazione, potente e diretta, sottolinea la necessità di considerare la cultura non come un optional, ma come un diritto fondamentale per il benessere sociale e l’espressione dell’identità collettiva.Le testimonianze di Danilo Ardizio, Luca Pinto, Maria di Prisco e Rosa Vitiello, che si sono alternate al microfono, hanno dato voce alle speranze, alle paure e alle memorie condivise dalla comunità. L’assenza di alcune associazioni, tradizionalmente attive in iniziative simili, contrasta con la significativa presenza di giovani, un elemento che infonde ottimismo e suggerisce una nuova generazione pronta a difendere il proprio patrimonio culturale.La consegna del cartellone davanti al Comune rappresenta un atto di sollecitazione, un invito a un confronto costruttivo e alla ricerca di soluzioni concrete. La speranza è che si apra un tavolo di lavoro, un luogo in cui le istanze della comunità possano essere ascoltate e le proposte innovative possano essere valutate seriamente. La battaglia per il Cine-Teatro Minerva non è solo una questione di sopravvivenza; è una battaglia per la dignità di un territorio e per il diritto di una comunità a coltivare la propria identità e a proiettarsi verso il futuro con speranza e creatività. È un monito a non lasciare che il silenzio e l’isolamento soffochino le voci della cultura.