Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, precisamente a Capaccio Paestum, un episodio solleva interrogativi cruciali sulla gestione responsabile della caccia e sulla salvaguardia dell’ecosistema locale.
Un cacciatore è stato segnalato e conseguentemente denunciato a piede libero a seguito di un’operazione congiunta condotta dalle guardie zoofile dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) e dai Carabinieri Forestali di Foce Sele.
L’intervento, frutto di un’attività di vigilanza mirata, ha portato alla luce l’utilizzo improprio di richiami acustici, dispositivi elettronicamente assistiti, non conformi alla legislazione vigente.
Questo tipo di pratica, apparentemente secondaria, rappresenta una seria compromissione dell’integrità dell’ambiente naturale.
L’impiego di richiami artificiali, capaci di emulare vocalizzazioni animali con precisione e intensità superiori a quelle naturali, altera profondamente il comportamento della fauna selvatica.
Gli uccelli, in particolare, vengono indotti a spostarsi innaturalmente, interrompendo schemi migratori consolidati, disturbando i rituali di corteggiamento e mettendo a repentaglio la loro capacità di trovare cibo e riprodursi.
La normativa sulla caccia, infatti, si pone come barriera a queste manipolazioni sonore, riconoscendo che un approccio venatorio eticamente e ambientalmente sostenibile richiede il rispetto dei ritmi naturali e l’evitare qualsiasi interferenza che possa compromettere l’equilibrio biologico.
L’uso indiscriminato di richiami acustici non solo frustra gli sforzi di conservazione, ma minaccia la resilienza degli ecosistemi, rendendoli più vulnerabili ai cambiamenti climatici e ad altre pressioni antropiche.
L’operazione ha portato al sequestro dell’arma da caccia, del relativo munizionamento e, soprattutto, dei dispositivi acustici illegali.
Questo atto simbolico rientra in un quadro più ampio di iniziative volte a contrastare la caccia illegale e a promuovere una cultura della protezione della biodiversità.
La sensibilizzazione dei cacciatori, l’applicazione rigorosa delle normative e l’adozione di pratiche venatorie responsabili sono elementi imprescindibili per garantire un futuro sostenibile per la fauna selvatica e per l’ambiente che essa abita.
L’episodio solleva, inoltre, una riflessione più ampia sulla necessità di una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine, le associazioni di tutela degli animali e la comunità venatoria, al fine di favorire un rapporto di rispetto e di coesistenza pacifica tra l’uomo e la natura.