domenica 14 Settembre 2025
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Campania e Lazio: West Nile, 3 morti e allarme

La regione Campania e il Lazio sono state colpite da una nuova ondata di infezioni da virus West Nile, con conseguenze drammatiche che hanno portato alla perdita di tre vite umane in poche settimane.
Questi eventi, purtroppo non isolati in passato, sollevano interrogativi urgenti sulla sorveglianza epidemiologica, sulla prevenzione e sulla gestione delle malattie infettive emergenti.

Il decesso del primo paziente, un settantenne originario di Pomigliano d’Arco, avvenuto presso l’Ospedale del Mare di Napoli, è stato preceduto da un quadro clinico complesso.
L’emorragia digestiva iniziale, che aveva richiesto il ricovero il 20 luglio, si è rapidamente aggravata con l’insorgenza di febbre, confusione mentale e, in seguito, insufficienza renale, tipici sintomi neurologici e sistemici associati all’infezione da West Nile.
La rapidità con cui il virus ha compromesso la funzionalità d’organo sottolinea la potenziale gravità della malattia, specialmente in individui fragili.

Parallelamente, un ottantenne residente a Maddaloni ha perso la vita presso l’ospedale di Caserta, confermando un focolaio localizzato in quell’area.

Anche in questo caso, la presenza di patologie pregresse ha probabilmente contribuito all’esito infausto.

Un altro anziano residente a Maddaloni è attualmente ricoverato nello stesso ospedale, monitorato attentamente dai medici.

La concentrazione di casi in questa specifica area geografica suggerisce una potenziale persistenza del virus in una determinata area, magari in una zona umida o in una risorsa idrica utilizzata da zanzare vettrici.
La situazione si è estesa anche al Lazio, dove un uomo di 77 anni, affetto da patologie croniche e precedentemente sottoposto a trapianto cardiaco, è deceduto presso l’Istituto Spallanzani di Roma.

Il paziente, che aveva soggiornato a Baia Domitia, in provincia di Caserta, evidenzia come la mobilità geografica possa diffondere il virus e esporre individui vulnerabili.
Il virus West Nile, trasmesso principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, appartiene alla famiglia dei flavivirus e ciclicamente causa focolai in diverse regioni del mondo, inclusa l’Europa.

I sintomi possono variare da lievi manifestazioni simil-influenzali a complicanze neurologiche gravi, come encefalite e meningite.
Sebbene la maggior parte delle infezioni sia asintomatica, la malattia può rivelarsi fatale in una percentuale significativa di pazienti immunocompromessi o anziani.

L’attuale situazione richiede un’azione coordinata a livello regionale e nazionale.

È cruciale intensificare la sorveglianza entomologica per monitorare la presenza e l’abbondanza delle zanzare vettrici, nonché la loro carica virale.

Programmi di disinfestazione mirati, unitamente a campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione sull’importanza di adottare misure preventive – come l’uso di repellenti, la rimozione di ristagni d’acqua e l’installazione di zanzariere – sono fondamentali per ridurre il rischio di nuove infezioni.
Inoltre, è essenziale migliorare la capacità diagnostica e la gestione clinica dei casi sospetti, garantendo un accesso tempestivo alle cure appropriate.

Infine, la ricerca scientifica continua a rivestire un ruolo chiave per comprendere meglio la dinamica del virus, sviluppare vaccini e terapie efficaci e prevedere i rischi di futuri focolai.

La resilienza delle comunità e la protezione dei gruppi vulnerabili dipendono da un approccio proattivo e multidisciplinare.

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