Le proteste a sostegno della Palestina hanno attraversato la Campania, manifestando una profonda e diffusa mobilitazione popolare che ha messo a dura prova l’ordine pubblico e la gestione delle forze dell’ordine.
A Napoli, il corteo, stimato in oltre cinquantamila partecipanti secondo le stime della CGIL, ha assunto una connotazione particolarmente tesa quando un gruppo di manifestanti, affiliati al sindacato USB, ha tentato di forzare l’accesso al porto, in direzione di una nave mercantile proveniente da Haifa.
L’intento era quello di interrompere, simbolicamente, le rotte commerciali legate a Israele, esprimendo una condanna veemente delle politiche governative e della situazione umanitaria nel territorio palestinese.
La reazione delle forze dell’ordine ha inizialmente evitato un confronto diretto, mantenendo un cordone di sicurezza che ha resistito per un periodo prolungato.
Tuttavia, la determinazione dei manifestanti, unita alla pressione esercitata dalla folla, ha portato alla rottura del dispositivo di sicurezza.
La nave, nel frattempo, ha lasciato il porto, lasciando spazio a un’occupazione da parte dei manifestanti all’interno del porto commerciale.
Questo evento ha visto l’abbattimento di un cancello e una conseguente occupazione delle aree di carico e scarico, generando un blocco significativo della viabilità portuale e accompagnato da canti e slogan pro-Palestina.
La protesta si è conclusa poi pacificamente in Piazza Mercato, dopo un dispiegamento di oltre quattro ore.
A Salerno, la mobilitazione ha assunto caratteristiche leggermente diverse, con l’iniziale blocco del varco di ponente del porto da parte del sindacato SiCobas, che ha espresso apertamente la propria posizione di accusa nei confronti del governo.
Contestualmente, si sono registrati ulteriori momenti di protesta sotto la Prefettura e un significativo afflusso di studenti sul lungomare.
La tensione, qui, è culminata in un episodio più diretto: le forze dell’ordine hanno fatto ricorso a lacrimogeni per disperdere i manifestanti, i quali hanno risposto lanciando pietre e altri oggetti contundenti.
Questo scontro ha comportato ferite lievi ad alcuni agenti, sottolineando la delicatezza e la complessità nella gestione di una protesta animata da un forte senso di rabbia e frustrazione nei confronti della situazione geopolitica e delle sue ripercussioni umanitarie.
L’evento evidenzia un conflitto tra il diritto di manifestare e la necessità di garantire l’ordine pubblico, sollevando interrogativi sulle strategie di gestione delle proteste e sull’importanza del dialogo per la risoluzione delle tensioni.