Una nuova fase di attività brustionale caratterizza i Campi Flegrei, area vulcanica situata in provincia di Napoli, segnando un’intensificazione della sismicità che si manifesta ininterrottamente da ieri.
I dati provenienti dalla rete di monitoraggio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) rilevano un quadro complesso e dinamico: dalla mezzanotte odierna sono state censite almeno quattordici eventi sismici di lieve intensità, distribuite in maniera non omogenea nel territorio.
Tra queste, due scosse si sono distinte per la loro magnitudo, attestandosi a 2.8, rispettivamente alle 00:33 e all’1:29, con epicentri localizzati in prossimità di Pozzuoli, un centro abitato particolarmente sensibile all’attività vulcanica.
Questa recente sequenza sismica si inserisce in un contesto di maggiore instabilità preesistente, che ha visto ieri l’avverarsi di due terremoti di magnitudo 3.3, elementi significativi in un quadro complessivo di diciassette eventi tellurici.
L’incremento del numero e dell’intensità delle scosse solleva interrogativi e richiede una valutazione attenta da parte degli esperti.
I Campi Flegrei, infatti, rappresentano un vulcano in stato di quiescenza, ma tutt’altro che spento.
La sua storia geologica è costellata di eruzioni di diversa intensità, e la presenza di fumarole, sorgenti termali e la deformazione del suolo testimoniano un sistema vulcanico attivo.
La sismicità, in particolare, è un fenomeno intrinseco all’area, correlato ai processi di risalita di magma, alla migrazione di fluidi e alla pressione esercitata dal serbatoio magmatico in profondità.
Le scosse che si stanno registrando non sono un evento isolato, ma parte di una complessa interazione tra la tettonica regionale, l’attività vulcanica e la presenza di acque sotterranee.
La loro distribuzione spaziale e temporale fornisce indizi preziosi per comprendere meglio l’evoluzione del sistema vulcanico e per valutare il rischio sismico.
L’INGV, attraverso una rete di sismometri, GPS e altri strumenti di monitoraggio, sta raccogliendo dati in tempo reale, analizzando i parametri delle scosse (profondità, magnitudo, durata) e monitorando la deformazione del suolo.
Questi dati sono fondamentali per la valutazione del rischio e per la gestione dell’emergenza, nel caso in cui l’attività sismica dovesse intensificarsi ulteriormente.
La comprensione dei meccanismi fisici che innescano questi eventi è cruciale per migliorare le previsioni e proteggere la popolazione.