Alle ore 15:54, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha rilevato una micro-scossa sismica di magnitudo 2.0, inserendosi nel contesto di una sequenza sismica in corso nei Campi Flegrei.
Questo evento si colloca all’interno di un’attività vulcanica sismica che ha iniziato a manifestarsi in modo più evidente nelle ultime ore, culminata ieri con un’oscillazione di magnitudo 2.4, l’evento più rilevante della serie.
La localizzazione precisa dell’epicentro colloca la scossa all’interno dell’area vulcanica dei Campi Flegrei, una complessa struttura geologica caratterizzata da una storia di attività eruttiva e deformazioni del suolo.
La regione, infatti, è un vulcano spento, ma non estinto, costituito da un calderone di origine collassata e da una serie di coni vulcanici laterali.
La sua posizione, in prossimità di aree densamente popolate, rende la comprensione e il monitoraggio di questi fenomeni di particolare importanza.
La percezione della scossa da parte della popolazione locale, spesso descritta come un “boato”, testimonia la sua capacità di trasmettere energia anche se di intensità moderata.
Questo tipo di percezione è spesso associata a frequenze infrasoniche, ovvero onde sonore a bassa frequenza che possono essere sentite più che udite.
La sensazione di un boato può essere amplificata da fattori ambientali come la topografia del terreno e la presenza di strutture sotterranee.
Al momento, non sono state riportate conseguenze strutturali o danni a persone o beni.
Tuttavia, l’evento sottolinea la necessità di un monitoraggio continuo e rafforzato dell’area, utilizzando una rete di sismografi, inclinometri e altri strumenti per acquisire dati precisi sulla deformazione del suolo e sull’evoluzione dell’attività vulcanica.
La sequenza sismica in corso è un fenomeno relativamente comune in aree vulcaniche come i Campi Flegrei, ed è generalmente interpretata come una risposta del sottosuolo alle variazioni di pressione dei fluidi magmatici o delle acque sotterranee.
La ricerca scientifica si concentra sull’analisi dei dati sismici per determinare la profondità delle sorgenti delle scosse, la loro distribuzione spaziale e la loro relazione con i processi vulcanici in atto, allo scopo di migliorare la valutazione del rischio e di fornire una migliore comprensione del comportamento del vulcano.
La comunicazione efficace con la popolazione, fornendo informazioni chiare e tempestive sull’attività sismica e vulcanica, è altresì cruciale per garantire la sicurezza e la gestione dell’emergenza.