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Capaccio Paestum, Deaf Festival: Sparatoria e Indagini su Fratelli

Il 14 luglio 2024, a Capaccio Paestum, una dinamica di violenza inaudita ha segnato il Deaf International Festival 2024, un evento dedicato alla comunità sorda, trasformando un momento di celebrazione in tragedia.

Due motociclisti non udenti sono rimasti coinvolti in una sparatoria che ha lasciato una scia di dolore e sollevato interrogativi profondi sulle motivazioni e la premeditazione alla base di un gesto di estrema gravità.

Le indagini, condotte con meticolosità da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Salerno e della Compagnia di Agropoli, hanno portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di Gaetano Ciccarelli, uno dei due fratelli indagati.

Il Riesame di Salerno ha confermato la necessità di tale misura, in considerazione della gravità dei reati contestati: tentato omicidio plurimo e porto abusivo di armi, accuse che riflettono la serietà delle azioni perpetrate e la potenziale pericolosità dell’indagato.

L’evento, inizialmente archiviato come un tragico episodio di violenza, si è rivelato essere il culmine di un crescendo di tensioni alimentate da un profondo risentimento personale.

Le prime accuse, formulate immediatamente dopo l’accaduto, hanno portato all’arresto, il 15 luglio 2024, sia di Gaetano che del fratello Raffaele.
La ricostruzione degli eventi, supportata da elementi concreti raccolti durante le indagini, ha messo in luce una preparazione accurata e una premeditazione inquietante.
La Cassazione, esaminando il caso a seguito di ricorso presentato dalla difesa, ha ribadito la validità del quadro indiziario a carico di Gaetano Ciccarelli, definendolo non solo istigatore, ma anche determinante e moralmente responsabile della dinamica criminosa.

Questa qualificazione sottolinea il ruolo attivo e il contributo significativo dell’indagato nell’orchestrare l’azione violenta, evidenziando la sua partecipazione non superficiale ma essenziale.
Le indagini hanno rivelato che Ciccarelli, attraverso i social media, aveva espresso in diverse occasioni intenzioni minacciose nei confronti del gruppo di motociclisti, motivate da una complessa vicenda sentimentale.
La Procura di Salerno ha ricostruito una sequenza di eventi che denota una vera e propria “spedizione punitiva”, accuratamente pianificata e preannunciata.

Il confronto iniziale con i suoi antagonisti, caratterizzato da aggressioni verbali e fisiche, sarebbe poi culminato nella richiesta di intervento del fratello, Raffaele, che si presentava armato.

Questo tragico episodio solleva interrogativi cruciali sul ruolo dei social media come amplificatori di rancori e prepotenze, e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di prevenzione e contrasto alla violenza, in particolare in contesti che riuniscono persone provenienti da culture diverse e che possono essere più vulnerabili a dinamiche di esclusione e marginalizzazione.

L’indagine prosegue, con l’obiettivo di ricostruire integralmente la dinamica e accertare tutti i livelli di responsabilità.

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