Un Eredità di Silenzi Rotta: Casoria Incontra il Futuro dopo una TragediaUn’onda di commozione, rabbia e determinazione ha investito Casoria, in un evento pubblico che trascende la semplice commemorazione. Di fronte al PalaCasoria Domenico D’Alise, un palazzetto gremito di studenti, famiglie, esponenti civici e istituzionali, la comunità si è riunita non solo per piangere Martina Carbonaro, ma per affrontare un’emergenza culturale profonda, nata da un atto di violenza inaccettabile e che rischia di paralizzare il futuro.La tragedia ha smascherato crepe profonde nella trama sociale, rivelando silenzi complici e un’educazione emotiva insufficiente. L’iniziativa dell’Amministrazione Comunale, nata come risposta diretta al lutto, si è trasformata in un vero e proprio atto di coraggio, un invito a guardare in faccia le responsabilità di un’intera generazione. La partecipazione massiccia è stata un segnale chiaro: la comunità non intende rimanere passiva di fronte all’ombra della violenza, verbale, psicologica, fisica, ma si propone di ricostruire un tessuto sociale più resiliente e consapevole.I momenti di testimonianza, illuminati dalla luce soffusa della partecipazione, hanno scavato nel cuore del dolore. Le parole di Mena De Mare, madre di Santo Romano, hanno offerto una prospettiva disperata, un grido di dolore condiviso che trascende le etichette e i pregiudizi. La voce di una giovane madre, vittima di violenza, ha portato alla luce la fragilità di chi si trova ad affrontare da solo l’orrore. Le testimonianze dei rappresentanti di associazioni come le Ali d’Angelo, SISM e il Centro Antiviolenza, hanno offerto un quadro più ampio delle dinamiche di abuso e delle risorse a disposizione delle vittime.L’inedita canzone dedicata a Santo Romano ha creato un’atmosfera di commozione collettiva, mentre la presenza dei consiglieri comunali ha sottolineato l’unità di intenti. Il presidente del Consiglio, Pasquale Tignola, ha sottolineato la necessità di un’educazione al rispetto fin dall’infanzia, invitando a decifrare i segnali di pericolo e a non sottovalutare i silenzi.Il discorso del sindaco Raffaele Bene, un’ammissione di responsabilità toccante, ha segnato il culmine emotivo dell’evento. Un sincero “chiedo scusa” rivolto alle donne che hanno subito violenza, ai giovani privati di strumenti adeguati per comprendere e gestire le emozioni, a chi si è sentito solo e impotente. Ha esortato a riscoprire il valore dell’empatia, del confronto, dell’ascolto attivo, invitando a superare la facile dipendenza dagli schermi e a confrontarsi con la complessità delle relazioni umane. “Arrossite,” ha esortato ai giovani, spingendoli a vivere le emozioni autentiche, a superare i filtri distorti della comunicazione online, ad accettare gli errori e a trovare la libertà nell’imperfezione.Il riconoscimento alla consigliera Roberta Giova per la proposta delle pietre d’inciampo, simbolo tangibile del ricordo e della responsabilità, e la partecipazione dei sindaci di Casavatore e Arzano hanno sottolineato la necessità di un cambio culturale profondo, un impegno condiviso a superare le disuguaglianze e a promuovere una visione equa delle relazioni.Il momento del rumore collettivo, un lutto espresso in una vibrazione condivisa, ha dato voce al desiderio di trasformazione. La speranza che le parole pronunciate si traducano in azioni concrete, coraggiose e durature. Casoria ha dimostrato di essere una comunità viva, sensibile, pronta a sollevare il velo del silenzio e a ricostruire un futuro basato sul rispetto, l’ascolto e un amore autentico, capace di curare le ferite del passato e di costruire un domani più giusto e pacifico.