venerdì 1 Agosto 2025
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Cerreto Sannita: Maltrattamenti in RSA, un’indagine sconvolgente.

Il caso di Cerreto Sannita, emerso dalle aule del tribunale di Benevento, getta una luce cruda e sconvolgente sulle condizioni di vulnerabilità e sulla violazione dei diritti fondamentali all’interno di una residenza sanitaria assistenziale (RSA).

Al centro della vicenda, un uomo di 68 anni, Salvatore Martorana, originario di Ragusa, affetto da Alzheimer, è solo una delle vittime di un sistema di maltrattamenti inaudito perpetrato da quattro operatori socio-sanitari ora imputati.
L’indagine, conclusa lo scorso ottobre, ha svelato un quadro inquietante di abusi fisici e psicologici sistematici.
Non si tratta di episodi isolati, ma di una spirale di violenza che mirava a piegare la resistenza degli ospiti, spesso persone anziane, disabili o affette da disturbi cognitivi come nel caso di Martorana, e persino un giovane autistico.

Le accuse, formulate dalla Procura sannita, includono percosse, lesioni personali e, soprattutto, una profonda trasgressione del dovere di cura e assistenza.

Il racconto dell’avvocato Leonardo D’Erasmo, legale della famiglia Martorana, è particolarmente straziante.

La violenza fisica, descritta come l’uso di un bastone per costringere l’uomo a nutrirsi, si accompagna a insulti di una crudeltà inimmaginabile, paragoni disumanizzanti che lo riducono a un mero oggetto, una preda.
Queste parole, marchiate a fuoco nella memoria di Salvatore, hanno scatenato una regressione profonda e devastante.
L’uomo, che precedentemente esprimeva la sua vitalità attraverso la passione per il teatro e la musica, ora vive in uno stato di terrore, reagendo con aggressività e chiusura a qualsiasi tentativo di contatto fisico, sintomo di un trauma profondo e duraturo.

L’episodio solleva interrogativi cruciali sulla gestione e il controllo delle strutture per anziani e disabili.

La vicenda non è solo un dramma individuale, ma un campanello d’allarme sulla fragilità del sistema di welfare e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di tutela dei diritti delle persone più vulnerabili.

La decisione della famiglia Martorana di valutare la costituzione di parte civile nel processo è un atto di coraggio e un impegno a ristabilire la giustizia e a garantire che responsabili di tali atti siano chiamati a rispondere delle proprie azioni.

L’avvocato D’Erasmo sottolinea con chiarezza che la qualità di uno Stato di diritto si misura non solo dalla tutela dei diritti dei cittadini “sani” ma, e soprattutto, dalla protezione dei più deboli.

Il caso di Cerreto Sannita rappresenta una sfida morale e giuridica che richiede un’azione immediata e coordinata per prevenire il ripetersi di simili atrocità e per garantire un futuro più dignitoso e sicuro per tutti coloro che necessitano di assistenza e cura.

Le misure cautelari, i divieti di avvicinamento e le interruzioni delle funzioni, disposte a fine agosto 2024, rappresentano un primo passo, ma non sono sufficienti a sanare una ferita così profonda e a ricostruire un clima di fiducia e sicurezza all’interno delle strutture socio-assistenziali.

È necessario un cambiamento culturale e un rafforzamento dei controlli, affinché la cura e l’assistenza non si trasformino in strumenti di abuso e sofferenza.

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