La Chiesa Cattolica, animata da una crescente consapevolezza e guidata dall’esigenza di rispondere a un’emergenza etica e sociale, intensifica il suo impegno nella tutela dei minori e delle persone vulnerabili.
Questo impegno, che affonda le sue radici in un rinnovato spirito di responsabilità pastorale e si manifesta con particolare forza sotto la guida di Papa Francesco e dei suoi predecessori, si traduce in un’azione concreta e strutturata.
Il crescente dibattito pubblico e la sempre maggiore sensibilità dell’opinione pubblica hanno ulteriormente stimolato la Chiesa ad agire, generando un’urgenza di formazione e di prevenzione che si concretizza nella nascita del “Diploma in Safeguarding per la tutela di minori e adulti vulnerabili nei contesti ecclesiali”.
Questa iniziativa, promossa dalla sezione S.
Tommaso d’Aquino della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Napoli, in collaborazione con il Servizio Nazionale Tutela Minori e Adulti Vulnerabili della Conferenza Episcopale Italiana, nasce come risposta a una domanda emergente dal territorio ecclesiale.
Il percorso formativo, primo di natura nazionale, si propone di trascendere i confini disciplinari, integrando competenze giuridiche, psicologiche e pastorali.
L’ispirazione proviene dalle parole di Papa Leone XIII, che invitava a coltivare “una cultura della prevenzione che non tolleri alcuna forma di abuso”.
Il Diploma in Safeguarding non si limita all’acquisizione di conoscenze teoriche; esso ambisce a promuovere una profonda trasformazione culturale all’interno delle comunità ecclesiali.
Il fine ultimo è quello di creare ambienti sicuri, affidabili e capaci di prevenire e riconoscere tempestivamente qualsiasi comportamento lesivo.
Destinatari del corso sono tutti coloro che, a vario titolo, operano all’interno della Chiesa: operatori pastorali, personale amministrativo, volontari e chiunque svolga ruoli di assistenza o educazione.
Il progetto, fortemente voluto dal Servizio Nazionale Tutela Minori e Adulti Vulnerabili, si basa sulla consapevolezza che la tutela dei più fragili non può essere delegata a specialisti, ma deve coinvolgere l’intera comunità.
Come sottolinea Chiara Griffini, presidente del Servizio Nazionale, l’obiettivo è quello di creare un modello replicabile in tutte le Facoltà Teologiche italiane, promuovendo un approccio transdisciplinare che integri diritto, psicologia e metodologie laboratoriali, per consentire ai partecipanti di applicare le conoscenze acquisite nei loro contesti di riferimento, siano essi professionali o di volontariato.
Il percorso formativo, strutturato in lezioni online previste dal 6 febbraio al 26 giugno 2026, riflette un impegno che si estende a tutto il territorio nazionale.
I dati del Rapporto CEI 2025 testimoniano infatti la presenza capillare di servizi operativi in quasi tutte le diocesi italiane, con una rete di centri di ascolto e programmi di formazione dedicati a operatori pastorali e laici, a testimonianza di una risposta organizzata e coordinata all’interno della Chiesa Cattolica.
Il progetto si pone quindi come tassello fondamentale in un percorso più ampio di responsabilizzazione e tutela dei più vulnerabili.






