sabato 18 Ottobre 2025
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Conceria sospesa ad Avellino: emergenza rifiuti e rischio inquinamento.

In un contesto di crescente attenzione alla tutela ambientale e al contrasto dei reati connesse alla gestione illecita dei rifiuti, un’attività di controllo del Nucleo Carabinieri Forestale ha portato alla sospensione di una conceria situata a Solofra, in provincia di Avellino.
L’intervento, parte di una più ampia strategia di monitoraggio del territorio finalizzata a salvaguardare l’ecosistema del torrente Solofrana, affluente del fiume Sarno, ha rivelato una situazione di grave irregolarità nella gestione degli scarti di lavorazione delle pelli.

L’azienda è stata interdetta a seguito dell’accumulo incontrollato di circa cento metri cubi di rifiuti speciali, classificati come pericolosi in base alla loro composizione e potenziale impatto ambientale.
Questa massa di scarti, generata durante il processo di concia, non è stata smaltita nel rispetto delle normative vigenti, creando un rischio concreto di contaminazione del suolo, delle acque superficiali e, potenzialmente, delle falde acquifere.
L’accumulo indiscriminato di tali rifiuti costituisce una violazione significativa delle leggi ambientali, che mirano a prevenire danni irreversibili all’ambiente e alla salute pubblica.

La scelta di Solofra, una zona particolarmente vulnerabile a causa della sua posizione geografica e della presenza di attività industriali impattanti, non è casuale.

Il fiume Sarno, e il suo affluente Solofrana, sono stati a lungo afflitti da problemi di inquinamento, derivanti spesso da pratiche gestionali inadeguate e dalla mancata applicazione delle normative.

Il rischio principale è legato alla dispersione di sostanze chimiche tossiche, utilizzate nel processo di concia, che possono compromettere la qualità dell’acqua e la biodiversità acquatica.

L’imprenditore, legale rappresentante della conceria, è stato deferito alle autorità giudiziarie con l’accusa di aver violato le disposizioni legislative in materia di gestione dei rifiuti.
Le accuse specifiche riguardano la mancata corretta classificazione, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti speciali, ponendo a rischio la salute pubblica e l’integrità dell’ambiente.
Questo episodio sottolinea l’importanza cruciale di un controllo serrato e costante delle attività industriali, in particolare quelle ad alto impatto ambientale, e della necessità di promuovere una cultura della legalità e della sostenibilità all’interno delle imprese.

L’intervento dei Carabinieri Forestali non è solo una risposta a una violazione specifica, ma anche un segnale forte per tutti gli operatori economici: la tutela dell’ambiente non è negoziabile e la responsabilità della gestione dei rifiuti è un obbligo inderogabile.

La vicenda si inserisce in un quadro più ampio di impegno istituzionale volto a riqualificare il territorio, recuperando l’equilibrio ecologico e promuovendo uno sviluppo economico sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

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