cityfood
cityeventi
sabato 15 Novembre 2025

Condono Edilizio in Campania: Scontro Politico e Dilemmi Morali

La questione delle edilizie irregolari in Campania, tornata a infiammare il dibattito politico a seguito delle recenti elezioni, si configura come un nodo cruciale che intreccia diritti fondamentali, responsabilità istituzionali e interessi di parte.
L’annuncio di una possibile riapertura del condono edilizio del 2003, avanzato da esponenti del centrodestra, ha innescato una vibrante polemica, evidenziando le profonde divergenze ideologiche e strategiche tra le forze politiche in campo.

La proposta, presentata come un atto di giustizia sociale volto a regolarizzare le situazioni di irregolarità che affliggono un’ampia fetta della popolazione campana, si pone come tentativo di riparare decenni di mancato intervento, con la promessa di un’azione risolutiva per le migliaia di famiglie che vivono in condizioni precarie e incerte.

Si parla di un “condono bonario”, una “sanatoria”, un “pacchetto di regolarizzazione” – termini che celano una realtà ben più complessa, fatta di abusi, speculazioni e una legislazione spesso permissiva.

Tuttavia, l’iniziativa, lungi dall’essere accolta con entusiasmo unanime, ha suscitato forti critiche e reazioni contrastanti.

Il Vicepremier Antonio Tajani ha subito espresso riserve, sottolineando la necessità di un approccio caso per caso, con una ferma opposizione alla sanatoria per le costruzioni pericolanti o che rappresentano un rischio per l’incolumità pubblica.
Questa cautela riflette una consapevolezza delle implicazioni legali ed etiche di una misura così ampia, che rischia di minare la credibilità delle istituzioni e di incentivare un nuovo giro di illegalità.

Dall’opposizione, il candidato del centrosinistra ha denunciato la proposta come un “annuncio disperato” di una coalizione consunta, un tentativo di aggrapparsi a soluzioni obsolete per recuperare consensi perduti.

Ha invocato il “diritto alla casa” come prioritario, contrapponendo una visione che pone al centro la dignità dei cittadini e la necessità di politiche abitative sostenibili e inclusive, piuttosto che l’indulto indiscriminato per chi ha violato le regole.

Il Partito Democratico ha alzato il tiro, definendo l’emendamento un “atto gravissimo” finalizzato non a risolvere l’emergenza abitativa, ma a costruire un voto di scambio politico.
Questa accusa, seppur forte, mette in luce una delle criticità più diffuse in Italia: l’uso distorto delle politiche pubbliche a fini elettorali.

L’escalation verbale, culminata con la proposta di un aumento delle pensioni minime, testimonia la polarizzazione del dibattito e l’utilizzo di annunci eclatanti per catalizzare l’attenzione dell’elettorato.

Al di là delle accuse reciproche, la questione profonda rimane quella di come affrontare in modo equo e sostenibile il problema delle edilizie irregolari, garantendo il diritto alla casa per tutti e preservando la sicurezza e la legalità del territorio.

Una soluzione vera richiede un approccio strutturale, che coinvolga tutte le forze politiche, la società civile e gli esperti del settore, e che vada al di là dei facili compromessi e delle promesse elettorali.
Il rischio, altrimenti, è quello di perpetuare un ciclo di illegalità e di ingiustizia che continua a pesare sul futuro della Campania.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap