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martedì 11 Novembre 2025

Contrabbando a Poggioreale: Scoperta Rete Complessa nel Carcere

Un’operazione di portata eccezionale ha portato alla luce una rete sofisticata di contrabbando all’interno del carcere di Napoli Poggioreale, svelando un flusso costante di dispositivi tecnologici e sostanze stupefacenti che ha compromesso la sicurezza e l’ordine dell’istituto.

Oltre duecento telefoni cellulari, sequestrati nell’arco di pochi mesi tra settembre e ottobre, sono stati rinvenuti insieme a quasi nove chilogrammi di stupefacenti e una trentina di droni, strumenti impiegati per eludere i controlli e trasportare illegalmente oggetti all’interno delle mura carcerarie.

Questo bilancio, frutto di scrupolosi controlli effettuati dalla polizia penitenziaria, ha suscitato un misto di apprezzamento e allarme all’interno del sindacato Uspp.

Sebbene si riconosca l’impegno e la dedizione del personale, i dati emersi delineano una sfida sempre più pressante: la necessità urgente di implementare sistemi di schermatura avanzati per neutralizzare la tecnologia utilizzata per aggirare le misure di sicurezza.

Giuseppe Moretti, presidente dell’Uspp, e Ciro Auricchio, segretario regionale, hanno espresso ammirazione per l’operatività della polizia penitenziaria, frutto di una combinazione di professionalità e determinazione.
Tuttavia, hanno anche evidenziato le condizioni di lavoro estremamente difficili in cui opera il personale, aggravate dal sovraffollamento cronico e da una carenza organica significativa, stimata in circa 150 unità.

Queste criticità, unite alla costante pressione esercitata dalla criminalità organizzata, rendono la situazione particolarmente complessa.
I vertici sindacali hanno reiteratamente sollecitato l’amministrazione penitenziaria e il governo a investire in tecnologie di schermatura, come i jammer e gli inibitori di segnale, per interrompere le comunicazioni illegali e ostacolare la capacità delle organizzazioni criminali di mantenere contatti con l’esterno.
L’utilizzo di droni per introdurre oggetti proibiti rappresenta un’evoluzione preoccupante nel contrabbando carcerario, richiedendo risposte tecnologiche e procedurali innovative.
Oltre alla semplice repressione, è fondamentale un approccio strutturale che comprenda la revisione delle procedure di controllo, l’aumento delle risorse umane e la modernizzazione delle infrastrutture.
La sicurezza carceraria non è solo una questione di ordine pubblico, ma anche un elemento cruciale per il reinserimento sociale dei detenuti e per la tutela della collettività.

L’episodio di Poggioreale sottolinea la necessità di una strategia globale che coinvolga tutte le istituzioni e che miri a garantire un ambiente carcerario sicuro, dignitoso e in grado di favorire la riabilitazione.
L’investimento nella sicurezza, in questo contesto, si configura come un investimento nel futuro della società.

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