Nel cuore dell’area vesuviana, un’operazione congiunta delle forze dell’ordine ha svelato una sofisticata rete di contrabbando di carburante, frantumando un sistema volto ad eludere il fisco e a danneggiare la concorrenza legale.
L’intervento, orchestrato dai finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, ha portato al sequestro di due veicoli pesanti e di un considerevole volume di gasolio – un totale superiore a 56.000 litri – destinato all’autotrazione e proveniente da canali illegali.
L’indagine, nata da un’attività di controllo mirata alla prevenzione e repressione dei traffici illeciti, si è concentrata su un’area di parcheggio privata a Marigliano.
Qui, un’autoarticolato pesante, abilmente camuffato sotto un telo con targa rumena, ha destato i sospetti dei militari.
L’ispezione ha rivelato la presenza di numerosi cubotti da mille litri ciascuno, contenenti il gasolio, accompagnati da una documentazione appositamente contraffatta per simulare una provenienza legale.
L’autista, cittadino rumeno, si è dimostrato incapace di fornire riscontri verificabili sull’origine del carico, innescando immediatamente la procedura di sequestro.
Ma l’indagine non si è fermata al primo veicolo.
Proseguendo nel controllo dell’area, i finanzieri hanno scoperto un’autocisterna di proprietà di una società italiana e una pompa di travaso, elementi che suggerivano un’infrastruttura organizzata per lo stoccaggio e la ridistribuzione del carburante illecito.
Anche l’autocisterna conteneva una quantità significativa di gasolio – altri 28.000 litri – parte di un sistema più ampio volto a immettere sul mercato un prodotto non soggetto a tassazione.
L’azione delle forze dell’ordine non si è limitata al sequestro dei mezzi e del carburante.
L’analisi del caso ha evidenziato una violazione non solo delle normative sulle accise, ma anche un reato di ricettazione, data l’evidente consapevolezza dell’origine illecita del prodotto.
Di conseguenza, sia l’autista dell’autoarticolato rumeno che il rappresentante legale della società italiana sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Nola, con l’apertura di un’indagine volta a ricostruire a fondo la filiera di approvvigionamento e a identificare tutti i responsabili di questa attività criminale.
L’operazione, oltre a recuperare ingenti risorse destinate allo Stato attraverso il pagamento delle imposte evase, rappresenta un segnale forte contro la criminalità organizzata e un impegno continuo delle forze dell’ordine a tutelare la legalità e la concorrenza leale nel settore energetico, un ambito cruciale per l’economia nazionale.
L’attività di controllo e prevenzione continuerà a essere intensificata, al fine di contrastare efficacemente ogni forma di elusione fiscale e di traffico illecito.