La recente esperienza di Samuele Ciambriello, Garante Regionale per i diritti delle persone con misure restrittive alla libertà personale, solleva interrogativi cruciali sul delicato equilibrio tra sicurezza, accoglienza e tutela dei diritti fondamentali, in particolare a carico di soggetti vulnerabili. Il rifiuto di accesso a Villa Maria, una residenza sanitaria di Cervinara che accoglie anche minori stranieri non accompagnati, rappresenta una cesura che il Garante intende affrontare con rigore istituzionale, preannunciando una formale diffida indirizzata alla direzione, con conoscenza alla Prefettura, alla Regione e all’ASL. Questo atto non si configura come una mera contestazione burocratica, ma come un segnale di allarme volto a garantire la piena osservanza delle normative che proteggono la dignità e i diritti di coloro che vivono in strutture di questo tipo.L’azione del Garante, tuttavia, non si limita alla denuncia. L’attività di monitoraggio si estende alla verifica effettiva delle condizioni di vita e dell’accesso ai diritti all’interno di altre strutture di accoglienza per minori. La visita alla comunità educativa per stranieri gestita dalla cooperativa Unika, condotta insieme al suo staff, testimonia l’impegno a comprendere le dinamiche e le problematiche che caratterizzano questi contesti. Questo approccio proattivo è ulteriormente evidenziato dalla precedente visita all’Istituto Penale per Minorenni di Airola, dove il Garante ha potuto direttamente osservare le condizioni di vita di 26 giovani detenuti.L’iniziativa di donare un biliardino, frutto della generosità di una benefattrice, assume un significato ben più ampio di un semplice gesto di cortesia. Esso simboleggia la volontà di creare spazi di socializzazione e di offrire opportunità di svago e di crescita personale per i ragazzi, contribuendo a mitigare le difficoltà legate alla privazione della libertà. La visita al laboratorio di pasticceria, guidata dalla direttrice Eleonora Cinque, e l’osservazione del lavoro di dieci ragazzi, testimoniano l’importanza di offrire percorsi di formazione professionale e di reinserimento sociale, elementi imprescindibili per la ricostruzione del loro percorso di vita.L’intera attività del Garante si pone dunque come un punto di equilibrio tra il controllo istituzionale e la necessità di promuovere un approccio umanitario e orientato alla riabilitazione, ponendo al centro il rispetto dei diritti fondamentali e la tutela della dignità di ogni persona, indipendentemente dalle circostanze che la pongono in condizioni di vulnerabilità. La vicenda di Villa Maria e le altre visite testimoniano la complessità del ruolo del Garante, che si configura come un baluardo a difesa dei diritti, un osservatore attento e un promotore di un sistema più equo e inclusivo.
Controversie a Villa Maria: il Garante difende i diritti dei minori vulnerabili.
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