domenica 3 Agosto 2025
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Covid Card in Campania: Indagine sulla gestione e sospetti di sprechi

L’inchiesta in corso sulla gestione delle cosiddette “Covid card” in Campania, che vede ora la Guardia di Finanza indagare presso Ifel, istituto partecipato dalla Regione, riapre un capitolo controverso e costoso per l’erario.

L’acquisizione di documenti e archivi relativi alla recente ridistribuzione delle card ai cittadini, avvenuta a distanza di anni dalla loro prima emissione, solleva interrogativi significativi sulla trasparenza e l’efficienza della spesa pubblica in ambito sanitario.
La vicenda affonda le sue radici nel 2021, quando la Regione Campania, sotto la presidenza di Vincenzo De Luca, decise di emettere smart card dedicate all’attestazione della vaccinazione anti-Covid.

Questa scelta, inizialmente difenduta dall’amministrazione regionale come strumento di agevolazione e innovazione, è stata successivamente giudicata dalla Corte dei Conti come un “spreco di risorse pubbliche”, un inutile duplicato del già esistente Green Pass nazionale.

La condanna a De Luca per un danno erariale di 609mila euro, confermata in appello, testimonia la gravità delle irregolarità riscontrate.
L’attuale ondata di spedizioni delle Covid card, inattese per i cittadini e fonte di perplessità, alimenta sospetti su una possibile riappropriazione indebita di fondi.

La necessità di chiarimenti su come siano stati impiegati nuovi capitali e per quali finalità specifiche ha determinato l’intervento della Guardia di Finanza, su delega della Procura della Corte dei Conti.

Le indagini in corso, intrecciate con precedenti verifiche sulle carte di credito e con l’inchiesta che ha portato alla condanna di De Luca, suggeriscono un collegamento con un progetto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) regionale, relativo all’implementazione di servizi digitali.

La direttrice di Ifel, Annapaola Voto, ha tentato di giustificare la nuova vita delle card, affermando che sono state “implementate” per consentire l’accesso a servizi digitali relativi a sanità, trasporti e formazione, configurando una presunta “razionalizzazione della spesa”.
Tuttavia, questa spiegazione non sembra dissipare i dubbi sollevati dalla vicenda.

La complessità dell’implementazione tecnologica richiesta per integrare le Covid card in un sistema di servizi digitali, unita alla potenziale duplicazione di funzionalità già offerte da altre piattaforme, rende necessario un esame approfondito della reale utilità e sostenibilità economica del progetto.

L’intera questione pone una riflessione più ampia sulla gestione delle risorse pubbliche, sull’innovazione digitale in sanità e sulla necessità di un controllo rigoroso sull’utilizzo dei fondi, soprattutto in un contesto segnato da eventi eccezionali come la pandemia.
La vicenda delle Covid card si configura, quindi, non solo come un’indagine finanziaria, ma anche come un caso di studio sull’efficienza amministrativa e sulla responsabilità dei decisori politici.

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