La controversa resurrezione delle Covid Card campane: tra sprechi passati e ambizioni di digitalizzazioneLa vicenda delle Covid Card campane, già al centro di un acceso dibattito e di una condanna in primo grado per danno erariale a carico del Presidente De Luca, riemerge con nuove indagini e interrogativi.
La Guardia di Finanza ha effettuato un’ispezione presso l’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (Ifel), ente partecipato dalla Regione Campania, per acquisire documentazione relativa alla recente riattivazione di queste smart card, inizialmente distribuite nel 2021.
La storia ha radici profonde in una decisione giudiziaria che ha certificato, nel dicembre 2023, un danno erariale di 609.000 euro.
I giudici della Corte dei Conti avevano ritenuto la produzione e la distribuzione delle card, in duplice rispetto al già esistente Green Pass nazionale, una spesa pubblica ingiustificata e superflua.
La Regione Campania, difendendo l’iniziativa, ha sempre sostenuto che le card avrebbero contribuito a mantenere bassi i tassi di mortalità legati al Covid-19, un risultato che avrebbe compensato il costo sostenuto.
Le nuove indagini della Guardia di Finanza si pongono interrogativi cruciali: perché, a distanza di oltre quattro anni dalla loro prima emissione, le Covid Card vengono “riciclate”? La risposta sembra risiedere in un progetto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) affidato all’Ifel, che mira a sviluppare servizi digitali per la sanità, i trasporti e la formazione.
La direttrice dell’Ifel, Annapaola Voto, sottolinea che le card sono state “implementate” per permettere l’accesso a tali servizi, presentandole come una soluzione per ottimizzare le risorse e non come uno spreco.
Tuttavia, questa riproposizione non convince l’opposizione politica.
La deputata di Fratelli d’Italia, Imma Vietri, denuncia una “tentata riciclaggio” di un’iniziativa “fallimentare”, accusando la Regione di voler nascondere uno spreco già condannato dalla Corte dei Conti.
Simili accuse provengono anche dal senatore Antonio Iannone, Commissario Regionale di Fratelli d’Italia, che definisce De Luca l’incarnazione di “mala gestio” e sottolinea una presunta complicità del Partito Democratico e un’inerzia da parte del Movimento 5 Stelle.
Al di là delle accuse politiche, la vicenda solleva questioni di trasparenza e responsabilità nella gestione dei fondi pubblici.
La riproposizione di un progetto precedentemente giudicato superfluo richiede una giustificazione rigorosa e una dimostrazione concreta dei benefici derivanti dalla sua nuova implementazione.
La complessità della questione risiede nel bilanciare la necessità di innovare e migliorare i servizi pubblici con l’imperativo di evitare sprechi e garantire l’utilizzo efficiente delle risorse a disposizione.
L’esito delle indagini in corso sarà determinante per chiarire i contorni della vicenda e per stabilire se la resurrezione delle Covid Card rappresenti una reale opportunità di digitalizzazione o un tentativo di sanare, con modalità poco trasparenti, una gestione passata controversa.