L’evoluzione del fenomeno criminale si rivela un processo dinamico e multiforme, che trascende le tradizionali narrazioni territoriali e si proietta verso nuove dimensioni, ampliate in modo esponenziale dalle opportunità offerte dalle tecnologie digitali.
L’analisi condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, come sottolineato dal suo responsabile Antonio Galante, si concentra sull’intersezione tra queste due traiettorie, riconoscendo la necessità di un approccio investigativo flessibile e proattivo.
La criminalità organizzata, storicamente radicata in specifiche aree geografiche e alimentata da una cultura omertosa e di omaggio alla forza, sta progressivamente estendendo la propria influenza al di là dei confini locali.
La capacità di sfruttare le piattaforme digitali, in particolare i social media, ha drasticamente ridotto le barriere geografiche, consentendo ai clan di operare a livello globale, coordinando attività illecite e comunicando in maniera anonima e resiliente.
Questo fenomeno non si limita alla semplice trasmissione di informazioni; implica la creazione di nuove forme di aggregazione, reclutamento e finanziamento, che sfidano le strategie di contrasto tradizionali.
L’attenzione della DIA non si focalizza esclusivamente sulle attività criminali più eclatanti e violente, che continuano a colpire alcune aree del territorio, ma anche sulla protezione del patrimonio economico illecitamente accumulato, un obiettivo cruciale per privare le organizzazioni criminali delle risorse necessarie per la loro sopravvivenza.
La lotta alla ricettazione, all’evasione fiscale e alla corruzione, spesso conniventi con le attività criminali, rappresenta una componente essenziale di questa strategia più ampia.
La comprensione delle dinamiche del crimine nell’era digitale richiede un know-how sofisticato, che va oltre la mera conoscenza tecnica.
Le forze di polizia e le procure, in sinergia, devono possedere una profonda conoscenza del sociale, delle sue complessità e delle sue vulnerabilità, per anticipare le evoluzioni criminali e contrastarle efficacemente.
I social media, in particolare, non sono solo un terreno fertile per la diffusione di notizie false e la radicalizzazione, ma anche uno strumento di indagine privilegiato, che permette di raccogliere informazioni preziose e di monitorare le attività dei criminali.
L’impegno delle donne nella lotta alla criminalità organizzata, celebrato nel Calendario Storico della DIA, rappresenta un elemento di ispirazione e un monito costante.
Donne coraggiose, spesso in silenzio, hanno contribuito in modo significativo a smantellare le strutture mafiose, sfidando il peso della cultura criminale e scegliendo, con determinazione e sacrificio, di abbracciare i valori della legalità.
La loro eredità continua a guidare le nuove generazioni di investigatori e magistrati, impegnati nella difesa della giustizia e nella costruzione di una società più equa e sicura.
Il futuro della lotta alla criminalità organizzata dipende dalla capacità di adattarsi a un contesto in continua evoluzione, sfruttando le tecnologie a disposizione e valorizzando il contributo di tutti coloro che si impegnano nella difesa della legalità.






