La filiera campana della nocciola, pilastro storico dell’agroalimentare regionale e un tempo leader incontrastato in Europa, si trova ad affrontare una crisi strutturale di proporzioni allarmanti.
La campagna 2025 si presenta con una resa produttiva drasticamente ridotta, non solo in termini di quantità, ma anche e soprattutto per quanto concerne la qualità, con ricadute economiche devastanti per le aziende agricole che compongono la complessa rete di produttori, trasformatori e commercianti.
Le cause di questo declino sono molteplici e interconnesse, delineando un quadro di crescente vulnerabilità del settore.
Un inverno anomalo, caratterizzato da una quasi totale assenza di gelo, elemento essenziale per un corretto sviluppo della fioritura, si è sommato a periodi di siccità nei momenti critici del ciclo vegetativo.
L’impennata delle temperature tra maggio e giugno, con ondate di calore inusuali, ha ulteriormente stressato le piante, compromettendo la fase di allegagione e la maturazione delle noci.
A questo scenario si aggiunge la pressione biologica esercitata da parassiti, tra cui la cimice asiatica, ormai endemica e difficilmente controllabile, e la crescente incidenza di malattie fungine, batteriche e virali, aggravate dalle condizioni climatiche estreme.
La direzione di AOA (Associazione Ortofrutticoltori Associati) sottolinea con lucidità come questa crisi sia un tragico sintomo del cambiamento climatico in atto, un fenomeno che non può più essere considerato un mero “slogan”, ma una realtà inequivocabile che sta erodendo la competitività del comparto corilicolo campano.
La tradizionale leadership europea è ormai in discussione, e sebbene la qualità del prodotto possa ancora rappresentare un punto di forza, la sua difesa richiede un impegno straordinario e investimenti mirati.
AOA ha intrapreso un’intensa attività di monitoraggio tecnico e di valutazione dei danni, ma consapevole dei limiti di un approccio puramente reattivo, ha cercato attivamente soluzioni innovative.
Il recente viaggio studio in Cile, organizzato dall’Unione Nazionale Italia Ortofrutta, ha rappresentato un’opportunità preziosa per confrontarsi con realtà produttive all’avanguardia, centri di ricerca di eccellenza e industrie di trasformazione, al fine di importare tecnologie e pratiche agronomiche innovative.
Sul fronte scientifico, AOA si sta impegnando a promuovere un evento internazionale di alto livello, il Simposio Internazionale ISHS, che vedrà Napoli ospitare i massimi esperti mondiali della ricerca sulla frutta a guscio.
Questa iniziativa, che si svolgerà a fine agosto, rappresenta un’occasione unica per stimolare la collaborazione tra università, centri di ricerca italiani e stranieri e favorire lo sviluppo di nuove strategie di gestione e di protezione delle colture.
AOA sollecita con urgenza l’Assessorato regionale all’Agricoltura ad adottare misure concrete ed immediate.
Oltre all’attivazione di una ricognizione ufficiale dei danni e all’erogazione di aiuti per le calamità naturali, si richiede la redazione di un Piano Strategico per la nocciola campana, che vada oltre la gestione dell’emergenza e delinei una visione di lungo termine per la filiera.
È fondamentale rimodulare le misure del CSR (Contributo allo Sviluppo Rurale), coinvolgendo attivamente le organizzazioni di produttori, rafforzare il sostegno alla ricerca universitaria e alla consulenza agronomica qualificata e promuovere l’adozione di pratiche agricole sostenibili e resilienti.
Le aree corilicole campane, spesso localizzate in zone montane fragili dal punto di vista idrogeologico, non costituiscono solamente una risorsa economica, ma anche un elemento cruciale per la tutela del paesaggio e della biodiversità.
La loro salvaguardia significa preservare un’eccellenza riconosciuta a livello globale, un ingrediente imprescindibile per l’industria dolciaria e un simbolo dell’identità agroalimentare regionale.
AOA ribadisce la necessità di un dialogo aperto e costruttivo con le istituzioni regionali e nazionali, auspicando l’adozione di strumenti concreti, condivisi e funzionali a garantire la redditività delle imprese agricole e la sopravvivenza di una filiera d’eccellenza, piuttosto che l’imposizione di regolamenti complessi e burocratici.
La resilienza del settore corilicolo campano passa attraverso un approccio integrato, che combini innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e sostegno politico.