La persistente crisi delle linee vesuviane, segnata da un degrado inaccettabile del servizio ferroviario, solleva interrogativi urgenti sulla governance regionale e sulla responsabilità delle istituzioni. La risposta del Presidente della Regione Campania, percepita come una sminuizione nei confronti dei cittadini che legittimamente protestano, alimenta un clima di profonda frustrazione e sfiducia. A esprimere questo sentimento, attraverso una formale missiva indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e con conoscenza del Consiglio e del Ministro dei Trasporti, sono le rappresentanze dei comitati civici che tutelano i pendolari: No al taglio dei treni della Circumvesuviana, Circumvesuviana-Eav, il comitato Cifariello di Ottaviano e E(a)vitiamolo di Sperone.La denuncia non si basa su impressioni soggettive, bensì su dati oggettivi forniti dalla stessa Eav. L’analisi comparativa tra i periodi 2013-2014 e 2022-2023 rivela una significativa contrazione dell’offerta chilometrica su tutte le linee, evidenziando una tendenza al ribasso che contraddice le promesse di miglioramento. Nonostante ingenti investimenti regionali, ripetutamente riconosciuti dai comitati, la gestione dell’Eav non è riuscita a tradurre tali risorse in un servizio più efficiente e affidabile.Le aspettative create dal Presidente regionale, appena insediato, con dichiarazioni programmatiche di risoluzione rapida dei problemi, si sono scontrate con una realtà ben diversa. Il protrarsi dei disservizi, anzi, li ha accentuati, culminando nell’anticipazione della programmazione estiva al primo giugno e una drastica riduzione delle corse, attestandosi a un numero minimo storico per la Circumvesuviana.L’adozione di un regime estivo di durata eccezionalmente prolungata, di tre mesi e mezzo, si discosta radicalmente dalle prassi consolidate e dalle linee guida seguite da Rfi, a cui l’Eav fa riferimento per giustificare le proprie decisioni. Questa anomalia operativa, unitamente alle offensive verbali rivolte ai pendolari, definendoli con epiteti sprezzanti, amplifica il senso di abbandono e di insofferenza.I comitati intendono ribadire con forza che i cittadini vesuviani non sono ingenui, né soggetti facilmente manipolabili. Sono persone responsabili, che esprimono legittimamente il proprio dissenso attraverso forme di protesta pacifica e supportata da prove concrete. Non si tratta di attacchi immotivati, ma di un’espressione del disagio causato da un servizio pubblico inesistente.La missiva al Presidente della Repubblica non è un atto di sfida, bensì una richiesta di tutela dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, il diritto alla mobilità, alla dignità e al rispetto. È un appello a porre fine alle denigrazioni, alla rappresentazione distorta della realtà e ad adottare misure concrete per garantire un servizio ferroviario efficiente, sicuro e accessibile a tutti i cittadini vesuviani. Si richiede un cambio di rotta, una revisione radicale della governance dell’Eav e un impegno sincero a restituire ai pendolari la fiducia perduta.
Crisi Vesuviana: Pendolari Scrivono a Mattarella per un Servizio Dignitoso
Pubblicato il
