Benevento ha vibrato sotto la magia di Stefano De Martino, che ha infiammato il Teatro Romano con “Meglio Stasera”, performance sold-out nell’ambito del quarantatreesimo “Benevento Città Spettacolo”, curato da Renato Giordano.
Più che un semplice spettacolo, si è trattato di un’immersione emotiva, un viaggio corale tra la memoria individuale e l’esperienza condivisa, che ha visto De Martino rivelarsi non solo come artista poliedrico, ma come narratore capace di tessere un filo invisibile con il suo pubblico.
L’esibizione, incrociando sapientemente ironia, musica, danza e momenti di improvvisazione teatrale, ha offerto una rilettura autobiografica del percorso artistico e umano di De Martino.
Dalle radici campane di Torre Annunziata, dove l’infanzia si è fatta palestra di sogni e sacrifici, alla consacrazione televisiva attraverso la piattaforma di “Amici”, fino all’attuale ruolo di conduttore Rai, ogni tappa è stata illuminata da una luce intima e sincera.
De Martino ha abilmente dosato l’autoironia, elemento distintivo della sua personalità, per creare un’empatia palpabile con il pubblico, stratificato per età e background culturale.
Più che una performance, un’occasione per riflettere sulla costruzione dell’identità, l’importanza dei modelli di riferimento e la resilienza necessaria per affrontare le sfide della vita pubblica.
La Disperata Erotica Band, guidata dal maestro Pino Perris, ha fornito una colonna sonora suggestiva, alternando atmosfere malinconiche a momenti di energia liberatoria.
Il corpo di ballo, diretto dalla maestria coreografica di Andrea Larossa, ha arricchito visivamente lo spettacolo, creando un connubio perfetto tra movimento e narrazione.
De Martino, sul palco, ha dimostrato una padronanza scenica eccezionale, oscillando con naturalezza tra canto, danza, recitazione e dialogo diretto con gli spettatori, instaurando un rapporto di autentica complicità.
Lo spettacolo ha trasceso la semplice intrattenimento, configurandosi come un atto di coraggio artistico, un invito a esplorare le fragilità e le aspirazioni che ci rendono umani.