La drammatica escalation di una denuncia, originariamente sussurrata tra le sbarre del carcere di Santa Maria Capua Vetere, si è concretizzata in un’interrogazione parlamentare rivolta ai ministri della Giustizia e della Salute. La richiesta d’aiuto, siglata da una settantina di detenuti e recapitata all’associazione “Sbarre di Zucchero Aps”, ha imposto un’urgenza impellente che ha visto l’intervento di Debora Serracchiani e di altri esponenti del partito democratico. La vicenda si colloca in un contesto storico gravido, segnato dall’episodio del 2020, quando un violento pestaggio inflitto a trecento detenuti durante il lockdown per Covid ha generato un maxi-processo ancora in corso, a testimonianza di un sistema carcerario in crisi.La missiva dei detenuti, indirizzata anche all’ASL di Caserta e al dottor Giuseppe Nese, responsabile della sanità penitenziaria, rivela un quadro clinico e assistenziale desolante. La carenza di accesso a cure mediche e trattamenti, protrattasi per quasi due anni, è aggravata dalla quasi totale assenza di medici generici e da un’assistenza oncologica e diabetologica gravemente inadeguata, quest’ultima sospesa da oltre un mese. I detenuti lamentano, inoltre, l’incomunicabilità con il dirigente sanitario, Pasquale Iannota, che si sarebbe sottratto a qualsiasi confronto con i rappresentanti della popolazione carceraria.La struttura di Santa Maria Capua Vetere, gravata da criticità strutturali, presenta la carenza di reparti detentivi ospedalieri, previsti fin dal 2000, e una gestione inadeguata dei detenuti affetti da disturbi psichiatrici, costretti a essere trattati come detenuti ordinari a causa dell’insufficiente disponibilità di posti nelle REMS (Residenze per Malattie Mentali). La presenza di un reparto “di guardia” presso l’ospedale Melorio, privo di pronto soccorso e con limitate specializzazioni, comporta frequenti trasferimenti in altri ospedali anche per esami diagnostici di routine come le radiografie.La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di un numero elevato di detenuti con problematiche psichiatriche complesse, affetti da depressione o dipendenze da sostanze. L’organico di psicologi, psichiatri e personale sanitario è insufficiente, mentre la rete di REMS, cruciale per l’accoglienza di pazienti psichiatrici pericolosi, risulta carente sia in termini di distribuzione territoriale che di numero di posti disponibili. Il tutto è esacerbato dal sovraffollamento, dalla cronica carenza di personale, dalla difficoltà di accesso all’assistenza medica e dalla discontinuità delle cure tra il contesto carcerario e i servizi territoriali.L’interrogazione parlamentare sottolinea con forza come la privazione della libertà non possa mai tradursi in una condanna a un peggioramento delle condizioni di salute. L’ordinamento penitenziario sancisce il diritto alla salute e a un trattamento detentivo rispettoso della dignità umana. In ragione di ciò, i parlamentari sollecitano un intervento urgente dei ministri competenti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti e per riformare un sistema penitenziario che si dimostra, in questo caso, profondamente inadeguato. La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla responsabilità dello Stato nel garantire la salute e il benessere dei soggetti detenuti, richiamando l’attenzione su un problema sistemico che richiede soluzioni strutturali e investimenti mirati.
Detenzione: Urgenza Sanitaria a Santa Maria Capua Vetere
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