Il panorama letterario albanese si arricchisce di una voce italiana di spicco, con Enza Silvestrini che porta il suo romanzo “I volti della voce” al Fjalafest, il festival dedicato alla letteratura albanese giunto alla sua seconda edizione.
Questo appuntamento, un ponte culturale tra Italia e Albania, si configura come un’occasione preziosa per l’incontro e la valorizzazione di due tradizioni letterarie intrecciate da secoli di storia e vicinanza geografica.
Il Fjalafest, sostenuto da istituzioni come l’Open Society Foundation e il Centro Nazionale del Libro e della Lettura d’Albania, si propone di diffondere la ricchezza della cultura albanese, accogliendo autori affermati come Visar Zhiti e Stefan Capaliku, affiancati dalla presenza di Silvestrini, testimonianza di un dialogo fecondo tra due mondi.
La partecipazione di Enza Silvestrini non è un mero atto di presenza, ma il coronamento di un percorso artistico complesso e stratificato.
Autrice di romanzi, raccolte di poesia e racconti che esplorano le profondità dell’animo umano e le complessità del reale, Silvestrini ha saputo costruire una voce originale e riconoscibile, capace di unire rigore formale e intensa emotività.
Il suo lavoro, già arricchito da pubblicazioni significative come “Sulla soglia di piccole porte” (con postfazione di Aldo Masullo) e “Diversi amori”, testimonia un’attenta riflessione sul linguaggio poetico e sulla sua capacità di evocare immagini, sensazioni e significati.
La sua esperienza come redattrice della rivista di poesia “Levania” e la collaborazione con la rivista “Poesia” denotano un profondo impegno nel campo della critica letteraria e nella promozione della poesia contemporanea.
“I volti della voce”, il romanzo presentato al Fjalafest, si configura come un’opera di grande respiro, permeata da una profonda dimensione filosofica.
Al di là della narrazione, il libro si rivela un viaggio, un percorso iniziatico che conduce il protagonista da una città costiera, chiaramente evocativa di Napoli e delle sue radici, fino alle terre albanesi.
Questo spostamento geografico non è solo un trasferimento fisico, ma una ricerca interiore, un tentativo di ricostruire un’identità frammentata, di ritrovare un legame perduto con la storia e con le generazioni passate.
Il viaggio diventa metafora della ricerca di senso, della necessità di confrontarsi con il proprio passato e di ricostruire un futuro basato su valori autentici e condivisi.
Attraverso la voce dei personaggi, Silvestrini esplora temi universali come l’identità, la memoria, l’esilio, la ricerca di appartenenza, intrecciando il racconto personale con la storia collettiva.
L’appuntamento per la presentazione del romanzo, domenica 28 settembre alle ore 10.30, offre l’opportunità di approfondire le tematiche affrontate e di apprezzare la sensibilità e l’abilità narrativa di una delle voci più interessanti del panorama letterario italiano contemporaneo.
Il romanzo si pone come riflessione sul rapporto tra la parola e l’identità, suggerendo che la voce, con le sue molteplici sfumature, è il luogo privilegiato in cui si manifesta la complessità dell’essere umano e la sua connessione con il mondo.






