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venerdì 24 Ottobre 2025

Festa chiede giudizio immediato: svolta nell’inchiesta Dolce Vita

Nell’anticipazione di un’udienza preliminare destinata a segnare una svolta nell’inchiesta “Dolce Vita”, l’ex sindaco di Avellino, Gianluca Festa, ha formalizzato la richiesta di giudizio immediato, una mossa strategica volta a dissimulare l’assenza di coinvolgimento in un quadro accusatorio che lo vede al centro di un’intricata rete di presunte irregolarità amministrative.
L’udienza, programmata per il 23 gennaio, si preannuncia come un momento cruciale per la comunità avellinese, chiamata a valutare la veridicità delle accuse mosse a fronte di un’azione amministrativa che, secondo l’ex sindaco, è stata oggetto di una strumentalizzazione ingiusta.

La decisione di optare per il giudizio immediato riflette una volontà di accelerare i tempi processuali, di esporre la propria versione dei fatti davanti alla collettività e, soprattutto, di contrastare le narrazioni distorte che hanno offuscato la percezione della sua attività politica e amministrativa.
Festa, candidato nelle liste “Moderati e Riformisti” a sostegno della corsa di Edmondo Cirielli alla presidenza della Regione Campania, si presenta così come un uomo determinato a difendere la propria reputazione e a riconquistare la fiducia dei cittadini.

L’elenco degli addebiti, che include accuse di corruzione, peculato, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione a delinquere – circostanze che lo hanno visto detenuto per 154 giorni – ha sollevato interrogativi profondi sulla gestione amministrativa del Comune di Avellino.

La successiva scarcerazione, disposta dalla Corte di Cassazione, ha aperto uno spiraglio di speranza, sebbene la vicenda rimanga gravata da ombre e sospetti.

L’inchiesta “Dolce Vita” ha portato alla luce una presunta organizzazione criminale che avrebbe manipolato bandi di concorso per il reclutamento di personale comunale, con conseguenze potenzialmente lesive del principio di legalità e di parità di accesso alle opportunità lavorative.
Le accuse di falso e ricettazione, direttamente collegate a questi presunti concorsi pilotati, evidenziano un sistema di favoritismi e corruzioni che, se confermato, neppure la Cassazione ha potuto cancellare completamente.
Gli altri ventisette indagati, chiamati a rispondere di accuse simili, compariranno dinanzi al Giudice dell’Udienza Preliminare Antonio Sicuranza, in un contesto processuale che si preannuncia complesso e articolato.

La vicenda “Dolce Vita” non solo ha scosso la politica locale, ma ha anche sollevato interrogativi più ampi sulla trasparenza e l’integrità della pubblica amministrazione, ponendo l’attenzione sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e di prevenzione della corruzione, al fine di garantire una gestione amministrativa improntata alla legalità e all’equità.

Il processo si configura, quindi, come un banco di prova per l’intera comunità avellinese, chiamata a ristabilire un clima di fiducia e a promuovere una cultura della legalità.

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