Un Papa, una Periferia, una Speranza: il Viaggio di Giovanni Paolo II a ScampiaIl volume “Quando Giovanni Paolo II portò il mondo a Scampia,” curato da Massimo Iaquinangelo e don Alessandro Gargiulo (Rogiosi Editore), restituisce alla memoria un evento cruciale per la città di Napoli e per l’impatto della Chiesa nel tessuto sociale delle periferie urbane.
La presentazione, avvenuta nella nuova parrocchia di Maria Santissima del Buon Rimedio, nel quartiere di Scampia, ha riaperto un capitolo di storia che rivela molto più di una semplice visita papale.
Si trattò di un soggiorno di cinque giorni, un tempo considerevole che segnò la visita più lunga di Giovanni Paolo II in una regione italiana.
Quel viaggio, nel novembre del 1990, non fu un gesto di mera rappresentanza, ma un atto profondo di riconoscimento e di speranza rivolto a una comunità segnata da fragilità economiche, sociali e morali.
Accompagnato dal cardinale Michele Giordano, allora arcivescovo di Napoli, il Papa scelse di posare il suo sguardo su Scampia, un quartiere nato come agglomerato di edilizia popolare, spesso luogo di emarginazione e disperazione.
La testimonianza degli intervenuti durante la presentazione – il cardinale Crescenzio Sepe, all’epoca assessore alla Segreteria di Stato e stretto collaboratore del Papa; il vescovo Antonio Di Donna, già sacerdote della diocesi di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana; e il prefetto Michele di Bari, attivamente coinvolto nella riqualificazione urbana del quartiere – ha arricchito la narrazione con dettagli inediti e riflessioni significative.
Il cardinale Sepe ha evocato l’atmosfera di profonda commozione che accompagnò il Papa durante la lettura di un “atto di affidamento alla Madonna”, un documento che delineava le problematiche urgenti, dal precariato del lavoro alla carenza di servizi essenziali.
Quel gesto, carico di significato simbolico, rappresentò un appello alla Chiesa e all’intera società civile affinché si prendessero cura delle ferite aperte della periferia.
La narrazione ha inoltre ripercorso la storia delle prime figure pastorali inviate a Scampia.
Un omaggio commovente a don Vittorio Siciliani, il primo parroco, un uomo di fede che osò affrontare le sfide di un territorio complesso e che rimase impresso nel cuore della comunità.
La sua presenza, voluta dall’allora arcivescovo Corrado Ursi, incarnò un atto di coraggio e un impegno concreto verso i più vulnerabili.
Don Siciliani, insieme ai suoi successori, ha contribuito a costruire ponti di dialogo e di speranza in un contesto spesso caratterizzato da isolamento e diffidenza.
Il volume e la presentazione hanno offerto una prospettiva inedita sulla visita di Giovanni Paolo II a Scampia, non solo come un evento storico, ma come un’occasione per riflettere sul ruolo della Chiesa e della società civile nella costruzione di un futuro più giusto e inclusivo per le periferie urbane, un invito a riscoprire il valore della prossimità e dell’attenzione verso chi vive ai margini.
Il prefetto di Napoli, nel suo intervento, ha inoltre sottolineato la continuità dell’impegno istituzionale nella riqualificazione del quartiere, a testimonianza di un desiderio di riscatto che affonda le sue radici in quell’incontro memorabile tra un Papa e una comunità intera.







