Il futuro di un’infrastruttura essenziale come il sistema giudiziario italiano è oggi appeso a un filo, intrecciato con le sorti di dodicimila persone. A meno di un anno dalla scadenza dei contratti finanziati dal PNRR, e in attesa della cruciale legge di bilancio che ne determinerà le risorse, le organizzazioni sindacali FP CGIL, UIL PA e USB PI lanciano un appello urgente alla mobilitazione. Non si tratta di una mera questione occupazionale, ma di una sfida cruciale per la tenuta stessa della giustizia nel nostro Paese.L’apporto del personale precario, in questi anni di profonda trasformazione del sistema giudiziario, è stato determinante. La riduzione dell’arretrato, l’accelerazione dell’innovazione digitale e l’ottimizzazione dei processi organizzativi sono debiti in gran parte al loro impegno, spesso svolto in condizioni di straordinaria flessibilità e sotto pressione. Il loro lavoro ha contribuito a modernizzare una macchina complessa, rispondendo alle richieste di efficientamento avanzate dall’Unione Europea, in un’ottica di sviluppo economico e sociale.La prospettiva di stabilizzare solo una porzione di questo personale – una scelta, a quanto pare, governativa – solleva preoccupazioni profonde e inaccettabili. Una tale decisione non solo priverebbe di un futuro lavorativo migliaia di persone, ma minerebbe la stabilità del sistema giudiziario nel suo complesso. Il personale a tempo indeterminato rischierebbe un ulteriore sfruttamento, mentre la qualità del servizio offerto ai cittadini ne risentirebbe inevitabilmente.Per rispondere a questa situazione, le organizzazioni sindacali, ascoltando le voci dei lavoratori precari, intensificano il percorso di mobilitazione. Si tratta di rivendicare non solo un diritto, ma un investimento strategico nel futuro della giustizia italiana. Un investimento che presuppone un adeguamento degli organici del personale di ruolo, affiancato dalla stabilizzazione di tutte le figure professionali attualmente impiegate con risorse PNRR.Per questo, sono state indette due giornate di assemblee e presidi unitari, che si terranno il 30 giugno e il 1 luglio, davanti a tutti i palazzi di giustizia e i tribunali del Paese. L’obiettivo è quello di coinvolgere tutti coloro che condividono la necessità di un sistema giudiziario più equo, efficiente e sostenibile, a partire da un quadro occupazionale stabile e tutelato.Come sottolinea Rosanna Ferreri, segretaria regionale Funzioni Centrali FP CGIL Campania, il Ministero della Giustizia è afflitto da una cronica carenza di personale. L’apporto dei dodicimila lavoratori precari, assunti grazie ai fondi europei, è stato fondamentale per rispondere alle esigenze di modernizzazione e efficientamento. Abbandonarli a un futuro incerto, a un anno dalla scadenza dei loro contratti, significherebbe compromettere un patrimonio di competenze e professionalità, essenziale per il progresso del Paese.A Napoli, l’appuntamento è fissato per il 30 giugno, dalle 10 alle 12, in piazzale Porzio, di fronte al Palazzo di Giustizia. Il 1° luglio, si terrà un presidio all’esterno del Tribunale di Torre Annunziata, nelle stesse ore. Si invitano tutti i lavoratori, gli operatori del diritto e i cittadini sensibili a partecipare attivamente a questa mobilitazione, affinché la voce della giustizia possa finalmente farsi sentire.
Giustizia a rischio: Mobilitazione per i precari del PNRR
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