L’ossessione contemporanea per Halloween, con la sua iconografia esplicitamente legata al macabro e all’horror, solleva interrogativi profondi non solo sul senso del divertimento, ma anche sull’impatto culturale di una festa che, apparentemente innocua, rischia di normalizzare l’orrido.
Come sottolinea Riccardo Rossi, ex portavoce di Fratel Biagio, la presentazione accattivante di elementi disturbanti – sangue, mutilazioni, creature mostruose – agisce come una graduale desensibilizzazione, abituando gli individui, e in particolare i bambini, a immagini e concetti che appartengono a una sfera emotiva ed esistenziale ben più complessa e potenzialmente dannosa.
La figura di Fratel Biagio, una voce profetica emersa dalla Sicilia e spentasi prematuramente, rappresenta un monito severo.
Il suo appello alla società, un grido di allarme contro la superficialità e l’ingenuità con cui Halloween viene spesso percepita, ci invita a una riflessione critica.
Non si tratta di uno scherzo, né di un semplice gioco, ma di un rito – sottolinea Fratel Biagio – che può avere conseguenze negative, violente e diseducative.
L’apparente trasgressione si configura, in realtà, come un’opportunità insidiosa per avvicinare le nuove generazioni a pratiche esoteriche e a forme di neo-paganesimo, sfruttando la loro curiosità e la loro ricerca di identità.
Alberto Castaldini, portavoce dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, conferma questa preoccupazione, evidenziando come Halloween, sotto la maschera della festa e del divertimento, possa fungere da veicolo per l’infiltrazione di idee e pratiche occulte.
Questa dinamica sottolinea l’importanza di una maggiore consapevolezza da parte dei genitori e degli educatori, chiamati a proteggere i più giovani da influenze potenzialmente destabilizzanti.
In contrapposizione a questa visione, Riccardo Rossi, “Piccolo Figlio della Divina Volontà”, suggerisce un’alternativa costruttiva: valorizzare la festa di Ognissanti, dedicandola alla memoria di coloro che hanno lottato per un mondo migliore, promuovendo l’aiuto reciproco e l’impegno sociale.
Questa scelta rappresenta un percorso di crescita spirituale e di servizio al prossimo, in netta contrapposizione con la spettacolarizzazione del male.
Rossi richiama l’Appello del Re Divino, tratto dai volumi del Libro di Cielo vergato dalla Serva di Dio Luisa Piccarreta, un testo che esprime il desiderio di una profonda riconciliazione tra Dio e l’umanità, un anelito alla santità che contrasta con l’attrazione verso l’oscurità.
La vera felicità, infatti, non risiede nella celebrazione del macabro, ma nella ricerca della virtù e nella condivisione di un bene superiore.
È un invito a voltare pagina, a intraprendere un cammino verso la santità, piuttosto che verso le tenebre, abbracciando la luce della speranza e dell’amore.






