Il lungo e complesso iter giudiziario relativo al procedimento “Il Principe e la scheda ballerina”, un’inchiesta che ha scosso le fondamenta amministrative e politiche di Casal di Principe, si avvia ora verso una conclusione, segnata da una sentenza d’appello che ne ridisegna il quadro delle responsabilità e delle assoluzioni.
L’indagine, originariamente scaturita da presunti collegamenti tra esponenti politici, amministratori locali e il clan dei Casalesi, ha coinvolto un numero considerevole di individui, delineando un quadro di potenziali condizionamenti illeciti nella gestione del territorio e nei processi elettorali.
Al centro della vicenda, il progetto incompiuto del centro commerciale “Il Principe”, un’operazione immobiliare mai realizzata che, secondo l’accusa, fungeva da vettore di interessi criminali.
In questo contesto, l’ex sottosegretario Nicola Cosentino, figura di spicco nel panorama politico campano, era stato accusato di aver intercesso per ottenere un finanziamento pubblico, mai effettivamente erogato.
Nonostante le accuse, Cosentino ha ottenuto l’assoluzione, un esito che ha contribuito a complicare ulteriormente la natura controversa di questo processo.
La vicenda si è intrecciata con successivi gradi di giudizio, con la Corte di Cassazione che ha disposto annullamenti parziali e rinvii, evidenziando la complessità delle dinamiche processuali e la necessità di un’analisi approfondita dei fatti.
L’appello recente ha visto una revisione delle sentenze di primo grado, con una commistione di conferme, riduzioni di pena e assoluzioni.
L’ex sindaco Cipriano Cristiano ha subito una riduzione della pena a quattro anni, due mesi e venti giorni, mentre Luigi Corvino è stato condannato a cinque anni e quattro mesi.
Giovanni Lubello, figura connessa alla famiglia di Francesco Bidognetti, ex capo clan, ha visto la sua pena ridotta a tre anni e sei mesi.
Arturo Cantiello e Demetrio Corvino hanno beneficiato di un anno e otto mesi con sospensione condizionale.
Tuttavia, la sentenza ha anche registrato rocamboleschi ribaltamenti di precedenti condanne.
Mirella Cirillo e un altro Luigi Corvino, difesi dall’avvocato Guglielmo Ventrone, sono stati assolti con formula piena, cancellando una precedente condanna a quattro anni.
Eleonora Alfieri, Vincenzo Schiavone e Vincenzo Falconetti hanno anch’essi ottenuto l’assoluzione, dopo essere stati precedentemente condannati.
La prescrizione del reato ha interessato Luca e Gennaro Diana, mentre la morte di Sebastiano Ferraro e Antonio Cantiello ha comportato l’estinzione del reato a loro carico.
La vicenda, oltre a sollevare interrogativi sulle dinamiche di potere locali e sui presunti intrecci tra politica e criminalità organizzata, evidenzia la fragilità delle istituzioni e la necessità di un controllo più rigoroso nell’erogazione dei finanziamenti pubblici e nella gestione del territorio.
La sentenza, pur rappresentando un punto di arrivo, lascia aperte alcune questioni interpretative e la possibilità di un ultimo ricorso in Cassazione, perpetuando così l’eco di una vicenda giudiziaria che ha segnato profondamente la storia di Casal di Principe.