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Immobile Academy: Indagine per Abusi Edili e Rifiuti Pericolosi

L’inchiesta in corso a Torre Annunziata solleva interrogativi complessi riguardanti la legalità, la responsabilità ambientale e la gestione del territorio, coinvolgendo sei persone, tra cui membri della famiglia del noto calciatore Ciro Immobile, in una vicenda intricata di abusi edilizi e presunta gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi.

Il complesso sportivo “Immobile Academy-centro sportivo Parlati”, inaugurato a marzo, è al centro di un’indagine avviata dalla Procura di Torre Annunziata, che ha disposto il sequestro dell’area per prevenire ulteriori danni.

Le accuse, formulate a seguito di un’articolata indagine condotta dai Carabinieri e dalla Polizia Municipale, ruotano attorno alla realizzazione di opere edilizie abusive in un contesto già gravato da precedenti irregolarità.

L’intervento, descritto come una radicale trasformazione del paesaggio, ha comportato la modifica di una porzione di bosco alto, trasformata in area parcheggio attraverso un’operazione di sbancamento, riporto di terreno e successiva asfaltatura, in aperta violazione delle normative urbanistiche e paesaggistiche vigenti.
Il provvedimento di sequestro, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torre Annunziata, si configura come misura cautelare volta a preservare l’integrità dell’ambiente e a scongiurare il rischio di ulteriori alterazioni del territorio.

La Procura, nella sua nota, sottolinea come gli indagati, agendo in concorso, abbiano proceduto alla realizzazione di nuove costruzioni e opere senza ottenere i necessari titoli abilitativi, aggravando una situazione preesistente di abusi edilizi mai sanati.

L’inchiesta non si limita alla semplice violazione delle norme urbanistiche.
L’aspetto della gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi introduce un ulteriore livello di gravità, suggerendo un quadro di potenziale danno ambientale e di criminalità organizzata.

L’azione investigativa si è concentrata sull’analisi dei pregressi interventi edilizi, evidenziando come le nuove costruzioni abbiano esteso l’impatto negativo sull’ecosistema locale.

Questo caso pone interrogativi fondamentali sulla governance del territorio, sulla capacità delle istituzioni di monitorare e contrastare gli abusi edilizi, e sulla necessità di rafforzare i controlli ambientali.
La vicenda impone una riflessione più ampia sulla responsabilità individuale e collettiva nella tutela del patrimonio paesaggistico e sulla prevenzione di fenomeni di illegalità che compromettono la sostenibilità ambientale e lo sviluppo economico del territorio.
Il sequestro rappresenta un segnale forte, auspicando che possa innescare una più ampia riflessione e un’azione concreta per garantire la legalità e la tutela del bene comune.

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