giovedì 14 Agosto 2025
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Incendio a Castel Volturno: Rifiuti Pericolosi e Costruzioni Abusive

Un violento incendio, scoppiato ieri a Castel Volturno, in prossimità dell’accesso a Pinetamare, ha portato alla luce una drammatica realtà ambientale e sollevato interrogativi urgenti sulla gestione del territorio e sulla possibile attività illegale.

L’area, un tempo ricca di vegetazione e conosciuta come Pineta, oggi si presenta come un paesaggio desolato, un terreno incolto martoriato dalle fiamme, che si sono propagate rapidamente alimentate da una combinazione letale: la siccità, l’abbondanza di sterpaglie secche e, soprattutto, la presenza di ingenti quantità di rifiuti speciali pericolosi.

Le operazioni di spegnimento, condotte con prontezza dai Vigili del Fuoco di Caserta, supportati dal Nucleo Operativo della Protezione Civile regionale, hanno rivelato uno scenario allarmante.
Oltre alla vegetazione secca, il personale intervenuto ha individuato un vero e proprio deposito abusivo di materiali inquinanti: guaine bituminose, relitti di costruzioni, calcinacci, plastiche di vario genere e scarti provenienti da cantieri edili, accumulati in quantità impressionanti.

Un cocktail tossico che ha reso ancora più complessa la lotta contro le fiamme e ha intensificato i rischi per la salute pubblica e per l’ecosistema locale.
Le indagini successive, coordinate dalla Polizia Municipale di Castel Volturno sotto la guida del Maggiore Domenico De Simone, hanno confermato la gravità della situazione.
Un sopralluogo dettagliato ha certificato la presenza dei rifiuti speciali pericolosi e ha portato alla scoperta di un manufatto in costruzione, realizzato in assenza delle necessarie autorizzazioni.
Questa costruzione abusiva, unitamente all’intera area interessata dall’incendio, risulta essere di proprietà di società legate alla famiglia Coppola, figura storica e influente nel contesto di Pinetamare.
In conseguenza di questa scoperta, l’intera area è stata sottoposta a sequestro preventivo, misura cautelare volta a preservare le prove e ad evitare ulteriori danni ambientali.

L’evento non si riduce a un semplice incendio: è un campanello d’allarme che evidenzia una gestione del territorio profondamente carente, una potenziale attività di smaltimento illegale di rifiuti e, presumibilmente, una collusione tra interessi privati e disattenzione delle autorità.

L’incendio ha esposto la vulnerabilità del territorio, la sua capacità di accogliere e nascondere pratiche illecite che mettono a repentaglio la salute dei cittadini e l’equilibrio ambientale.

L’indagine è ora focalizzata sull’identificazione dei responsabili di queste attività illegali, sulla quantificazione precisa dei danni ambientali e sulla bonifica dell’area, un processo complesso e costoso che richiederà un impegno congiunto da parte delle istituzioni e della comunità locale.

La vicenda solleva inoltre interrogativi sulla necessità di rafforzare i controlli ambientali, di promuovere pratiche di gestione sostenibile dei rifiuti e di garantire trasparenza e legalità nell’assegnazione dei terreni e nell’esecuzione delle opere di costruzione.

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