L’atmosfera a Montoro, in provincia di Avellino, è tesa e carica di preoccupazione a seguito di un atto di inaudita gravità: l’incendio doloso dell’autovettura di proprietà dell’assessore Stefania Siano. L’episodio, che ha ridotto l’auto a un ammasso di rovine, solleva interrogativi inquietanti e getta un’ombra di sospetto sulla comunità locale.Le indagini, coordinate dai Carabinieri della Compagnia di Solofra, sono ora in pieno svolgimento per identificare e assicurare alla giustizia il responsabile di questo gesto intimidatorio. Le prime verifiche, basate sull’analisi scrupolosa delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, hanno permesso di ricostruire una parte della sequenza degli eventi. Sembra che un individuo, la cui identità è al momento sconosciuta e protetto da un cappuccio, abbia agito con premeditazione, superando una recinzione per raggiungere l’auto parcheggiata nel giardino dell’abitazione dell’assessore.L’azione, che ha visto l’utilizzo di un liquido infiammabile e l’appiccamento deliberato del fuoco, suggerisce un movente non casuale e potrebbe essere collegato a dinamiche di natura politica, personale o a una combinazione di entrambe. La natura dolosa dell’incendio, infatti, esclude la possibilità di un evento accidentale e configura un atto di aggressione mirata a colpire direttamente l’assessore Siano e, per estensione, le istituzioni locali.Oltre agli aspetti investigativi, l’evento ha generato un profondo senso di sgomento e allarme tra i cittadini. La violazione di un domicilio e l’attacco a una figura pubblica rappresentano una grave escalation di violenza che mina la sicurezza e la tranquillità della comunità. Il sindaco Salvatore Carratù ha espresso solidarietà all’assessore Siano, condannando con fermezza l’atto intimidatorio e sottolineando l’importanza di garantire la tutela delle persone e delle istituzioni.Le indagini si concentrano ora sulla ricostruzione completa della sequenza degli eventi, sull’identificazione del soggetto coinvolto e sulla ricostruzione del movente. Particolare attenzione è rivolta all’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona e alla raccolta di testimonianze che possano fornire elementi utili per chiarire l’accaduto. L’obiettivo primario è quello di restituire alla comunità un senso di sicurezza e di normalità, smascherando i responsabili di questo atto vile e garantendo che la giustizia faccia il suo corso. La vicenda solleva inoltre interrogativi più ampi sulla necessità di rafforzare la prevenzione e la repressione dei reati, promuovendo una cultura del rispetto e della legalità che possa arginare fenomeni di violenza e intimidazione.