Nel cuore del litorale domizio, un’area geografica che lotta per risollevarsi dalle difficoltà economiche e sociali, sorge un’oasi di eccellenza medica: l’Ospedale Pineta Grande di Castel Volturno.
Nata quasi dal nulla, poco più di mezzo secolo fa, la struttura si è evoluta in un punto di riferimento sanitario cruciale, non solo per il territorio casertano e napoletano, ma per pazienti provenienti da tutta Italia, in una dinamica di “migrazione sanitaria” inaspettata.
Con un organico di oltre 1200 professionisti, l’ospedale offre una gamma completa di servizi specialistici, dall’ortopedia avanzata alla chirurgia bariatrica, garantendo cure di elevato livello che attraggono pazienti da diverse regioni.
L’impatto socio-sanitario dell’ospedale è inestimabile, soprattutto per una popolazione spesso marginalizzata.
Il Pronto Soccorso, con i suoi circa 50.000 accessi annuali, rappresenta una rete di sicurezza essenziale, estendendo le proprie cure anche a persone vulnerabili, inclusi migranti irregolari che incontrano barriere nell’accesso alle cure in altre strutture.
Questo impegno umanitario, unito alla qualità medica offerta, ha forgiato un legame profondo con la comunità locale.
Il riconoscimento della Pineta Grande a livello nazionale e internazionale è tangibile.
L’inclusione nella prestigiosa graduatoria del World Best Hospital e il terzo posto tra gli ospedali generalisti italiani, pubblici e privati, testimoniano l’impegno costante verso l’innovazione e l’eccellenza.
Con un volume di 1600 parti annui, l’ospedale si distingue come principale centro nascita della Campania, un titolo che si è guadagnato anche grazie alla nascita di Luigi Diana, il neonato più piccolo d’Italia, un evento che ha acceso i riflettori sulle capacità di cura e la dedizione del personale medico.
La storia della Pineta Grande è intrinsecamente legata alla visione imprenditoriale della famiglia Schiavone, fondatori dell’ospedale, guidata oggi da Beniamino Schiavone, che ha recentemente ricoperto anche la carica di presidente di Confindustria Caserta.
L’evento celebrativo “Pineta Grande Hospital: una storia di eccellenza italiana” ha visto la partecipazione di autorità locali, tra cui il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e il Vescovo di Caserta e Capua, Pietro Lagnese, che hanno sottolineato il ruolo dell’ospedale come faro per la comunità.
Tuttavia, la sopravvivenza di questa eccellenza è costantemente minacciata da problematiche finanziarie.
Vincenzo Schiavone ha ripercorso la recente crisi del Pronto Soccorso, che rischiava la sospensione a causa di mancati pagamenti per oltre 15 milioni di euro.
L’intervento del Presidente De Luca ha permesso di scongiurare la chiusura, ma ha evidenziato la necessità di un sostegno economico maggiore.
Schiavone ha ribadito la richiesta di incrementare il budget regionale da 83 milioni a 100 milioni annui, per far fronte all’elevato numero di prestazioni erogate.
La minaccia di una sospensione delle attività del Pronto Soccorso dal 10 ottobre, qualora il budget non venisse adeguato, sottolinea la precarietà della situazione.
Dati significativi illustrano le difficoltà operative: su 174 pazienti ricoverati in Pronto Soccorso, solo 3 sono stati trasferiti ad altre strutture, mentre nel solo mese di luglio l’ospedale ha accolto 19 pazienti provenienti da altre strutture sanitarie, compresi casi complessi come un centenario salvato grazie a un intervento multidisciplinare, un paziente rioperato dopo un primo intervento fallito in altro ospedale e un paziente trasferito addirittura dal Policlinico Casilino di Roma.
Nonostante le sfide, la Pineta Grande guarda al futuro con ambizione.
Beniamino Schiavone ha annunciato l’ingresso della struttura nella rete universitaria e l’imminente avvio, nell’autunno, di un corso di laurea di 6 anni in Medicina e Chirurgia per 120 studenti, un passo significativo per la formazione di nuovi professionisti sanitari e per l’ulteriore sviluppo dell’ospedale come centro di eccellenza medica e ricerca.