mercoledì, 2 Luglio 2025
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L’età del Miglio d’Oro: Radici e Identità

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Il fascino intramontabile del Miglio d’Oro, quel tratto di costa vesuviana ricco di dimore storiche e testimonianze di un passato glorioso, si rinnova con la XXXVI edizione del Festival delle Ville Vesuviane. Un evento di respiro nazionale, che celebra la cultura, l’arte e la memoria, e che quest’anno si apre sotto il segno di un titolo evocativo: “L’età del Miglio d’Oro – Radici e Identità”. Un’espressione che va oltre la mera contemplazione della bellezza architettonica, per abbracciare le storie intrecciate alle mura di queste residenze nobiliari, i loro echi di passioni, intrighi, e di una civiltà che ha plasmato il territorio.L’evento, guidato dalla direzione artistica di Bruno Tabacchini e sostenuto dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane, con Gennaro Miranda a presiedere e Roberto Chianese a dirigere, si configura come un ponte tra epoche, un atto d’amore verso la terra e il suo patrimonio culturale, in perenne evoluzione. L’inaugurazione, il 4 luglio, sarà illuminata dalla voce inconfondibile di Mario Biondi, che accenderà l’atmosfera con un concerto che promette emozioni intense.Il cartellone di quest’anno si snoda attraverso un’ampia gamma di discipline artistiche: musica, teatro, danza, parola, in un dialogo continuo tra tradizione e innovazione. I luoghi-simbolo del Miglio d’Oro, da Villa Campolieto a Palazzo Vallelonga, diventano palcoscenici per incontrare artisti di spicco, nazionali e internazionali, e per offrire al pubblico esperienze uniche e coinvolgenti.Il 5 luglio, l’attenzione si rivolge al teatro con la prima nazionale di “Neapolitan Hamlet Suite”, una rivisitazione originale dell’Amleto shakespeariano, immerso in un contesto sonoro e linguistico partenopeo, grazie alla partitura originale di Roberto De Simone e alla penna di Antonio Piccolo. Il giorno seguente, il 6 luglio, si polarizza tra l’omaggio al genio di Antonio Petito, con “Infinito Petito” interpretato da Riccardo Citro, e la suggestiva coreografia di “Kiss me Kate”, espressione della versatilità de “Il Balletto del Centro”.La grande tragedia classica, con “Edipo Re” per la regia di Luca De Fusco, interpreta da Lazzaretti e Mandracchia, condividerà il 9 luglio la scena con la “Pino Daniele Opera”, un tributo al cantautore napoletano diretto dal maestro Paolo Raffone, a testimonianza della capacità del festival di coniugare classici e contemporanei.Il 10 luglio, la replica di “Edipo Re” si affianca all’ironia e al jazz di Francesco Paolantoni con “Pierino e il lupo”, mentre l’11 luglio Massimo Andrei esplora le profondità della parola antica e moderna con “Cunt atto”. Il 12 luglio, l’incontro tra jazz e pop trova la voce di Simona Molinari, accompagnata dall’Orchestra della Magna Grecia.La settimana successiva è dedicata a incontri significativi: l’omaggio alla poesia di Petito, la danza poetica de “Che suonno”, la riflessione culturale di “Il fuoco di Pound”, con Gigi Savoia e Francesco Maria Cordella, e la provocazione futurista di “Spariamo!”, con la partecipazione straordinaria di Francesca Barbi Marinetti, nipote del fondatore del futurismo.Il percorso artistico si arricchisce con il “Concerto delle Due Sicilie” e con il progetto musicale “NeaCo'”, che fonde tradizione e innovazione napoletana. Il 20 luglio, il cartellone celebra ancora Petito e la danza con il Gran Galà della compagnia Almatanz, prima di dedicarsi a un’indagine sull’identità e l’oblio con “Nessuno”, interpretato da Pako Loffredo, Ingrid Sansone e Giorgio Pinto.Il 23 luglio, Cloris Brosca e Gianni De Feo portano in scena “La rosa non ci ama”, un dramma musicale ispirato alla figura di Carlo Gesualdo, sempre su testo di Roberto Russo, mentre il 24 luglio Massimo Andrei rilegge la storia di Lucia Migliaccio con Antonella Romano, e Roberto Colella delizia il pubblico con la sua raffinata musica, accompagnato dagli Ondanueve Strings.L’omaggio a Camilleri, con “Il canto del mare” firmato da Maurizio De Giovanni e interpretato da una compagnia di attori di talento, apre le danze per il gran finale del 26 luglio, con la voce iconica di Peppe Barra. E a suggellare la festa, il 27 luglio, la commedia “Na campagnata ‘e tre disperate” e la prima nazionale de “Il sogno di Pulcinella” della Compagnia Nazionale di Balletto, con le coreografie di Luigi Martelletta, chiudono la XXXVI edizione del Festival delle Ville Vesuviane, lasciando un segno indelebile nella memoria di chi ha avuto il privilegio di partecipare.

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