L’ombra di Amato Lamberti, figura di riferimento per la giustizia e la memoria, incombe sulla Napoli contemporanea, risvegliando interrogativi scomodi e dolorosi. Durante la cerimonia di premiazione che ne perpetua il nome, il procuratore generale Aldo Policastro ha tracciato un quadro allarmante, denunciando un meccanismo di silenzio e di rimozione collettiva che avvolge eventi tragici, eventi che avrebbero richiesto una risposta corale, un’eco delle azioni e della sensibilità che contraddussero Lamberti stesso.Il riferimento diretto all’omicidio del quindicenne, strappato alla vita non in seguito a una semplice lite, ma in un contesto di violenza estesa, una “stesa” culminata in un conflitto a fuoco tra fazioni rivali, incarna una spirale di devianza giovanile sempre più pericolosa. Non si tratta più di episodi isolati, ma di una strutturale integrazione di adolescenti in dinamiche criminali organizzate, assorbiti in attività illecite con modalità sempre più sofisticate e brutali.La denuncia di Policastro non si limita alla descrizione del singolo evento, ma punta dritto al cuore di un problema più profondo: la volontà di occultare la verità, di soffocare la discussione, di relegare queste tragedie in un angolo buio della memoria collettiva. Questo “velo” di silenzio, secondo il procuratore, è un atto di profonda codardia, una rinuncia a confrontarsi con la realtà che ci circonda.L’ipotesi che si tratti di un tentativo di preservare l’immagine turistica della città, o di non intaccare le dinamiche del traffico illecito, rivela una priorità distorta. La sicurezza, la giustizia, la dignità umana, sembrano essere sacrificate sull’altare di interessi economici o di una patina di facciata.Il messaggio è chiaro: negare la realtà non la fa scomparire. Al contrario, l’occultamento alimenta il senso di impunità, incoraggia la criminalità e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Rievocare la memoria di Amato Lamberti significa, dunque, riaffermare l’importanza di un approccio trasparente e coraggioso, di un’indagine senza compromessi, di una giustizia che non si pieghi a logiche di convenienza. Significa, infine, risvegliare una coscienza collettiva che non può più tollerare l’indifferenza di fronte alla sofferenza e alla violenza. Solo così si potrà onorare la memoria di Lamberti e, forse, costruire un futuro più giusto per Napoli.
L’ombra di Lamberti: Silenzio, Paura e Giovani nella Napoli Criminale
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