Una profonda ondata di sconcerto e rabbia anima Marcianise (Caserta), dove un corteo funebre simbolico, indetto dall’amministrazione comunale, si terrà domani pomeriggio.
La manifestazione, che invaderà le vie del comune, è la risposta concreta a una tragedia che ha squarciato il tessuto sociale: la perdita di tre vite umane in un incidente sul lavoro presso l’azienda di gestione rifiuti Ecopartenope.
L’evento del 19 settembre, segnato dalla morte improvvisa e brutale di tre colleghi, ha innescato un’inaccettabile riflessione sulla sicurezza e la dignità del lavoro.
“Non possiamo più assistere a questo massacro silenzioso,” dichiara il sindaco Antonio Trombetta, la cui voce risuona come un grido di denuncia.
“Siamo nel 2025, un’era che dovrebbe essere caratterizzata dall’innovazione tecnologica e dalla tutela del benessere umano, eppure continuiamo a piangere morti sul lavoro.
È un fallimento collettivo, un’emergenza nazionale che richiede un cambio di paradigma radicale.
” Il corteo non è solo un momento di lutto, ma un monito, un appello urgente a rafforzare il ruolo delle istituzioni e a intensificare i controlli sulle aziende, soprattutto in settori ad alto rischio come la gestione dei rifiuti.
L’incidente, che ha portato al sequestro dell’azienda e all’avvio di indagini complesse, ha lasciato dietro di sé una scia di interrogativi e dolore.
Le vittime sono Pasquale De Vita, 51 anni, titolare dell’azienda, Ciro Minopoli, 50 anni, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, e Antonio Donadeo, 64 anni, operaio.
L’autopsia sui corpi, prevista a breve, sarà cruciale per accertare con precisione le cause del decesso.
Le indagini, condotte congiuntamente da Vigili del Fuoco, ASL e Polizia di Stato, si concentreranno sulla dinamica dell’evento, con particolare attenzione alla procedura di saldatura di una sonda destinata a misurare il livello di riempimento di un silo contenente oli esausti.
L’ipotesi più accreditata, confermata da testimonianze e prime analisi, è che una scintilla proveniente dall’attrezzatura di saldatura abbia innescato un’esplosione, probabilmente a seguito del contatto con vapori infiammabili rilasciati dagli oli esausti.
La presenza di tali vapori, altamente volatili e pericolosi, avrebbe trasformato l’operazione, apparentemente di routine, in un potenziale rischio mortale.
Un elemento cruciale dell’inchiesta riguarderà la formazione e l’addestramento dei lavoratori coinvolti nell’operazione di saldatura.
L’attività, definita “non di routine,” avrebbe richiesto competenze specialistiche e una conoscenza approfondita dei rischi associati alla manipolazione di gas e vapori infiammabili.
La verifica dell’adeguatezza della formazione, dei dispositivi di protezione individuale e delle procedure di sicurezza si rivelerà determinante per chiarire le responsabilità e prevenire il ripetersi di simili tragedie.
Il dibattito che ne consegue dovrà andare oltre l’accertamento delle responsabilità penali, aprendo la strada a una riflessione più ampia sulla cultura della sicurezza, sulla necessità di investimenti in tecnologie innovative e sull’importanza di un dialogo costante tra datori di lavoro, lavoratori e istituzioni.