La comunità napoletana, profondamente segnata dalla perdita di Mario Paciolla, si è riversata in piazza, un fiume umano animato da un unico, pressante desiderio: giustizia e verità.
La vicesindaca Laura Lieto, a nome del sindaco Manfredi, ha espresso il pieno sostegno dell’amministrazione comunale ai genitori di Mario e a tutti coloro che condividono la loro battaglia, una lotta che trascende il lutto personale e si erge a simbolo di impegno civile e morale.
L’iniziativa parlamentare promossa dall’onorevole Marco Sarracino, volta a istituire una commissione d’inchiesta, rappresenta un passo cruciale per superare le barriere informative e accedere a documenti e testimonianze che altrimenti rimarrebbero inaccessibili.
Si tratta di un atto di responsabilità nei confronti di una famiglia devastata e di una collettività assetata di risposte.
L’onorevole Sarracino ha evidenziato come i ripetuti tentativi di ottenere un incontro con il ministro Tajani siano rimasti inascoltati, rendendo necessaria la presentazione di una proposta di legge unitaria con le forze di opposizione.
Le recenti inchieste giornalistiche, con le loro rivelazioni inquietanti, alimentano il profondo sospetto che la versione ufficiale del suicidio sia una maschera per celare una realtà ben più complessa e dolorosa: l’omicidio di Mario Paciolla.
L’obiettivo è elevare la vicenda a questione di rilevanza nazionale, affinché non venga relegata a un caso isolato ma riconosciuta come un monito per l’intera nazione.
L’ex sindaco Luigi de Magistris, figura storica nel sostegno alla famiglia Paciolla, ha ricordato il manifesto che ancora adorna il balcone di Palazzo San Giacomo, testimonianza di un impegno costante e inalterato.
Ha lanciato un appello acceso alla magistratura, sollecitando un’indagine più approfondita e rigorosa, riconoscendo l’importanza del precedente provvedimento del giudice di Roma che aveva respinto l’archiviazione.
De Magistris ha espresso la ferma convinzione che attribuire la morte di Mario a un suicidio sia una negazione della sua integrità e un’ulteriore violenza nei confronti dei suoi cari.
La ricerca della verità non è solo un dovere verso la famiglia Paciolla, ma un atto di rispetto nei confronti di un uomo che ha dedicato la sua vita alla cooperazione internazionale, alla difesa dei diritti umani e alla solidarietà con le fasce più vulnerabili della popolazione.
La sua morte prematura priva il mondo di un esempio di impegno civico e di una figura che ha incarnato i valori più alti dell’umanità.
Riaprire le indagini è un imperativo morale, un atto di giustizia non solo per Mario, ma per tutti coloro che credono in un futuro più giusto e solidale.
La sua memoria deve continuare a illuminare il cammino verso la verità e la giustizia.