Oggi, il ricordo di un quindicesimo compleanno mai vissuto lacera il cuore di Fiorenza Cossentino, madre di Martina Carbonaro.
Una ricorrenza che si fa eco a un’assenza incolmabile, un vuoto generato dalla violenza che ha strappato via la sua figlia, Martina, a soli quattordici anni.
Un’età fragile, in bilico tra l’innocenza e l’adolescenza, brutalmente interrotta da un atto di violenza inaudita.
Il 26 maggio, ad Afragola, una storia di rifiuto si è trasformata in una spirale di rabbia e barbarie, culminata in un femminicidio che ha scosso l’intera comunità.
Alessio Tucci, il giovane ex di Martina, l’ha aggredita con sassate, privandola per sempre del futuro.
L’avvocato Sergio Pisani, legale della famiglia Carbonaro, descrive un paesaggio emotivo desolante.
I funerali, un rito di commiato doloroso, hanno lasciato il posto a un silenzio assordante, un isolamento amplificato dalla mancanza di sostegno concreto.
I genitori di Martina si trovano a vivere un anniversario senza la loro bambina, senza il contatto fisico, senza la possibilità di esprimere affetto e ricevere in cambio un sorriso, una carezza, una parola di conforto.
La tragica vicenda di Martina non è un caso isolato.
Dietro ogni femminicidio si cela un dolore profondo, una ferita aperta che non si rimargina.
Ma al dolore si aggiunge spesso l’amarezza di una risposta istituzionale insufficiente, una retorica consolatoria che si dissolve nel nulla dopo i titoli dei giornali.
L’assenza di assistenza psicologica, di programmi di prevenzione e di un reale impegno nella tutela delle donne rappresenta una grave lacuna nel tessuto sociale.
Martina meritava una vita piena di opportunità, di crescita, di amore.
I suoi genitori meritano più che condoglianze superficiali; meritano un supporto continuo, una presenza attiva, un impegno concreto da parte delle istituzioni per garantire che simili tragedie non si ripetano.
È necessario trasformare il dolore in azione, per onorare la memoria di Martina e per proteggere le future generazioni.
La sua storia deve essere un monito, un catalizzatore per un cambiamento radicale nella cultura e nella legislazione, affinché il diritto alla vita e alla sicurezza delle donne sia finalmente garantito.