mercoledì 17 Settembre 2025
22.8 C
Napoli

Melanoma: Mappatura dei Nei, un Dibattito tra Specialisti e Medici di Base

L’auspicabile riduzione delle liste d’attesa e il miglioramento dell’accesso alla diagnosi precoce del melanoma stanno alimentando una discussione complessa, incentrata sull’opportunità di coinvolgere i medici di medicina generale nella mappatura dei nei.
L’Adeca, Associazione Dermatologi Campani, ente terzo settore, esprime con una lettera aperta significative riserve su questa prospettiva, sottolineando la necessità di una visione più ampia e consapevole della complessità della diagnosi dermatologica.

La mappatura dei nei non può essere considerata un processo meccanico e semplificato.
Precede logicamente una visita dermatologica completa, un’anamnesi accurata e un’ispezione clinica sistematica dell’intera superficie cutanea.
Questa fase iniziale permette di raccogliere dati cruciali quali il fototipo cutaneo, la presenza e natura di eventuali neoformazioni, e una valutazione preliminare dei nei secondo i criteri stabiliti (la regola dell’ABCD, per esempio).
Solo successivamente, e in casi selezionati, si rende opportuno ricorrere all’esame dermoscopico, che richiede l’utilizzo di uno specifico strumento, il dermatoscopio.

La corretta interpretazione dei risultati dermoscopici è intrinsecamente legata all’esperienza e alla preparazione del medico, un patrimonio di competenze che si acquisisce attraverso anni di formazione specialistica, master, corsi di perfezionamento, partecipazione a congressi e pratica clinica quotidiana.

La dermoscopia non è un’abilità che si apprende rapidamente; richiede un’interpretazione clinica che va oltre la semplice osservazione.

L’approfondimento diagnostico si estende ulteriormente con l’impiego di tecniche strumentali ancora più sofisticate come la videodermatoscopia, la microscopia confocale, l’OCT (Tomografia a Coerenza Ottica) e la TBP (Transcutaneous Biopsy Patch), che sono anch’esse fortemente dipendenti dall’operatore specializzato.
Ridurre la questione alla sola mappatura dei nei significa trascurare l’intera catena diagnostica e la sua complessità.

L’associazione di categoria propone un approccio alternativo per ottimizzare l’assistenza e ridurre le attese: investire in dermatologia territoriale.

Ciò implica l’assunzione di dermatologi nei distretti sanitari, dotandoli di strumentazione adeguata, incrementando il numero di specialisti attraverso percorsi formativi mirati e rendendo più attrattivo il lavoro nel Servizio Sanitario Nazionale per i giovani dermatologi, migliorando le condizioni lavorative e il riconoscimento economico.
Questo approccio strategico non solo consentirebbe di affrontare le liste d’attesa, ma anche di elevare la qualità dell’assistenza dermatologica offerta alla popolazione, valorizzando il ruolo cruciale dello specialista e evitando di sovraccaricare i medici di medicina generale, già impegnati nella gestione di una vasta gamma di patologie, tra cui quelle croniche che richiedono un’attenzione costante.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -