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Monastero di Sorrento: Eredità a rischio, identità da salvare.

A Sorrento, un’eredità secolare è al centro di una disputa che coinvolge comunità, istituzioni e la memoria stessa della città.
Il monastero di Santa Maria delle Grazie, un complesso storico eretto nel XVII secolo, si trova ora di fronte a un bivio cruciale: preservare la sua vocazione originaria o cedere a nuove destinazioni d’uso che ne altererebbero irrimediabilmente il significato intrinseco.
Il monastero, incastonato tra le vie di San Francesco, Benedetto Donnorso, Santa Maria delle Grazie e Piazza Sant’Antonino, rappresenta un fulcro identitario per Sorrento.

Per secoli, ha ospitato le monache domenicano, custodi di una tradizione di fede, preghiera e assistenza sociale.

La sua architettura maestosa, caratterizzata da tre chiostri eleganti e un’oasi verde interna, testimonia la ricchezza storica e artistica del luogo.

La recente scomparsa dell’ultima suora ha sollevato interrogativi sul futuro del complesso.

La possibilità di una trasformazione in una struttura ricettiva, come un hotel o una casa vacanze, ha scatenato la reazione di un vasto gruppo di residenti, che hanno lanciato una petizione, “Difendiamo il Monastero delle Grazie di Sorrento!”, raccogliendo in breve tempo oltre 800 firme.
La salvaguardia del monastero non è una mera questione conservativa; è un imperativo etico e culturale.

Il complesso è riconosciuto come bene culturale di interesse pubblico dallo Stato Italiano, il che implica una rigorosa supervisione ministeriale per garantire la compatibilità di qualsiasi futura destinazione d’uso.

Tale tutela risponde alla consapevolezza del valore inestimabile che il monastero rappresenta per la comunità sorrentina e per il patrimonio nazionale.

La storia del monastero è profondamente intrecciata con la storia di Sorrento.

La sua fondazione affonda le radici in un evento drammatico: la rapina e il successivo ritorno della nobile Berardina Donnorso.
Mantenendo il voto fatto durante la prigionia, Berardina donò un appezzamento di terreno per la costruzione di un monastero, sancendo un patto solenne: assistere le giovani sorrentine meno abbienti e dedicare il luogo al culto cattolico.
Questa eredità di solidarietà e impegno sociale, radicata nel tessuto della comunità, è un elemento costitutivo dell’identità sorrentina.

La petizione dei residenti non è solo un rifiuto di una possibile speculazione immobiliare.

È un grido di difesa di un luogo carico di significato simbolico, un punto di riferimento per la fede, la cultura e la memoria collettiva.
È un invito a riflettere sul ruolo del patrimonio storico e culturale come pilastro per l’identità e il benessere di una comunità.
La sfida ora è trovare una soluzione che onori la storia del monastero, preservi la sua vocazione originaria e garantisca un futuro sostenibile per questo straordinario testimone del passato.

La decisione che verrà presa determinerà non solo il destino di un edificio, ma anche l’anima stessa di Sorrento.

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