A poco più di tre mesi dalla tragedia che ha scosso la comunità del Monte Faito, il 17 aprile, i familiari delle vittime dell’incidente alla funivia hanno compiuto un toccante ritorno sul luogo segnato dal dolore.
In un’atmosfera carica di commozione e rispetto, è stata inaugurata una targa commemorativa, eretta sulla facciata del Santuario di San Michele Arcangelo, un luogo simbolo del monte, soprannominato “Roccia della Memoria”, in concomitanza con le celebrazioni del Cammino dell’Angelo.
La cerimonia, semplice ma sentita, ha rappresentato un momento di raccoglimento e di riflessione collettiva, segnando la volontà di onorare la memoria di Carmine Parlato, il conduttore, e dei coniugi inglesi Graeme Derek Winn e Margaret Elaine Winn, unitamente alla giovane studentessa israeliana Janan Suliman, tragicamente periti.
Thaeb, fratello di Janan, ha subito ferite nell’incidente.
La sorella di Graeme Derek, esprimendo il profondo cordoglio della famiglia, ha sottolineato l’importanza di una verità giudiziaria, pur consapevole che nessun provvedimento legale potrà mai restituire i propri cari.
“Ci aspettiamo trasparenza e chiarezza dall’inchiesta,” ha affermato, aggiungendo che la presenza sul monte, in un luogo di tale bellezza naturale, rappresenta un conforto, seppur fragile, e un riconoscimento del supporto ricevuto dalla comunità locale.
Oltre ai familiari, numerosi rappresentanti istituzionali hanno partecipato al tributo, tra cui il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, e i sindaci dei comuni di Castellammare di Stabia, Vico Equense e Pimonte, territori che abbracciano le pendici del Monte Faito.
Presenti anche diplomatici stranieri e altri membri della famiglia britannica, a testimonianza della portata internazionale della tragedia.
L’evento ha rappresentato un’occasione per rinsaldare i legami di solidarietà e per promuovere una riflessione più ampia sulla sicurezza, sulla responsabilità e sulla necessità di preservare luoghi di bellezza e di significato, come il Monte Faito, affinché possano continuare a ispirare e accogliere le generazioni future.