La comunità di Morra de Sanctis è ancora scossa dalla tragica scomparsa di Gerardo Di Pietro, settantaseienne pensionato deceduto il nove agosto presso l’ospedale Moscati di Avellino, in circostanze che hanno generato un’indagine giudiziaria complessa e articolata.
L’evento, originariamente classificato come incidente, si è trasformato in un caso di indagine preliminare che coinvolge undici persone, sollevando interrogativi significativi sulla gestione delle cure e sulla responsabilità.
La vicenda prende avvio il cinque agosto, quando Di Pietro, durante una operazione di pulizia della propria arma da caccia, una doppietta calibro 16, riporta una ferita balistica.
Immediatamente trasportato presso l’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi, il paziente manifesta un rapido deterioramento delle condizioni cliniche, con conseguente trasferimento presso l’ospedale Moscati di Avellino, struttura di riferimento per la complessità del quadro clinico.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Avellino sotto la guida del magistrato Antonella Salvatore, si sono focalizzate sulla condotta dei sanitari coinvolti nell’assistenza del pensionato, entrambi ospedali risultando oggetto di particolare attenzione.
Dieci professionisti, medici e infermieri, sono stati formalmente inclusi nel registro degli indagati, presunti responsabili, in concorso, di negligenza colposa e omissione di atti d’ufficio, con l’obiettivo di ricostruire la sequenza degli eventi e valutare l’adeguatezza delle procedure terapeutiche intraprese.
L’ipotesi è quella di aver contribuito, con errori o omissioni, al decesso del paziente, aggravando un quadro già di per sé delicato.
Elemento cruciale dell’indagine è la proprietà dell’arma da parte della moglie della vittima, che risulta anch’essa indagata, in quanto detentrice legale della doppietta.
La dinamica della detenzione e dell’utilizzo dell’arma, con particolare riferimento al rispetto delle normative in materia di armi, costituisce un aspetto fondamentale per chiarire le responsabilità e ricostruire il contesto in cui si è verificato l’incidente.
La Procura, al fine di accertare con certezza le cause del decesso, ha disposto un’autopsia e una perizia medico-legale, procedure imprescindibili per determinare se l’emorragia interna, causa dichiarata della morte, sia stata conseguenza diretta della ferita riportata o se abbia trovato terreno fertile in preesistenti condizioni di salute non adeguatamente diagnosticate o trattate.
La complessità del caso richiede un’analisi accurata di tutta la documentazione clinica e la ricostruzione dettagliata del percorso assistenziale, al fine di accertare la verità e garantire la giustizia.
L’indagine, oltre a chiarire le responsabilità individuali, mira a individuare eventuali carenze strutturali o procedurali nel sistema sanitario, al fine di prevenire il ripetersi di simili tragedie.