domenica 14 Settembre 2025
23 C
Napoli

Morte di Cristina Pagliarulo: ritardo fatale e indagini in corso.

La tragica vicenda di Cristina Pagliarulo, la 41enne deceduta presso l’ospedale Ruggi di Salerno, si configura come un drammatico esempio di come un ritardo diagnostico e terapeutico possa condurre a un esito fatale, con implicazioni legali e morali di profonda gravità.
L’autopsia, esaminata nel dettaglio dalla trasmissione “Fuori dal Coro”, ha delineato con chiarezza come la morte di Cristina fosse prevedibile e, soprattutto, prevenibile, con pesanti ripercussioni sulla condotta dei professionisti sanitari coinvolti.

Sette medici sono attualmente sotto inchiesta dalla Procura.

Il percorso di Cristina, iniziato alle 3:05 del 3 marzo 2025 con l’accesso al pronto soccorso, è stato segnato da una serie di omissioni e ritardi che hanno compromesso irrimediabilmente le sue possibilità di sopravvivenza.
Sebbene una TAC sia stata eseguita dopo dieci ore, l’interpretazione dei risultati ha mancato di riconoscere tempestivamente la gravità della situazione: un’ischemia intestinale in rapida evoluzione.
La sofferenza della donna, i suoi ripetuti lamenti di dolore e le richieste di aiuto, sono stati percepiti da almeno un medico come un disturbo, sfociando in una chiamata al reparto di psichiatria – un atto che amplifica la gravità della situazione e solleva interrogativi sul livello di empatia e professionalità dimostrato.

La mancata tempestività dell’intervento chirurgico, che si è concretizzato solo alle 17:30 del 4 marzo, rappresenta una grave violazione delle correnti linee guida mediche e dei canoni di diligenza professionale.
La relazione autoptica sottolinea con precisione come l’omissione del trattamento chirurgico nei tempi raccomandati abbia determinato un progressivo e inesorabile peggioramento delle condizioni cliniche, portando al decesso.
Il nesso causale tra la mancata operazione e l’esito fatale è scientificamente provato: il decadimento delle funzioni vitali ha giocato un ruolo cruciale nell’innesco dell’evento letale, culminando in un arresto cardiaco.

L’autopsia specifica che un intervento tempestivo, entro le prime sei ore dall’insorgenza dei sintomi, avrebbe potuto evitare l’ischemia intestinale e, conseguentemente, la necrosi diffusa che ha condotto alla morte.
Questo dettaglio sottolinea l’importanza cruciale di una diagnosi precoce e di un intervento rapido nel contesto di patologie acute come l’ischemia intestinale.
La sofferenza della madre di Cristina, espressa con veemenza durante un incontro con il governatore De Luca, testimonia il dolore profondo e l’indignazione di fronte a una perdita che poteva essere evitata.
Il nuovo direttore generale dell’ospedale, Ciro Verdoliva, ha preso atto della gravità della situazione, promettendo un incontro con la madre della donna e assicurando la massima collaborazione per fare luce sulle responsabilità, estendendo l’indagine anche all’azienda sanitaria.

Questo impegno riflette la necessità di un’analisi approfondita delle dinamiche interne all’ospedale, al fine di individuare eventuali carenze organizzative o strutturali che possano aver contribuito a questo tragico errore.
La vicenda Pagliarulo solleva, infine, interrogativi etici e deontologici fondamentali riguardo al rapporto tra medico e paziente e all’importanza della comunicazione efficace e della compassione nel contesto dell’assistenza sanitaria.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -